Economia vicentina, cauto ottimismo degli imprenditori: l’analisi dettagliata della Camera di Commercio

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Camera commercio riunione
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La Camera di Commercio ha diffuso i risultati dell’analisi congiunturale dell’economia vicentina nel 2° trimestre 2019 dai quali si evince che la produzione industriale è rimasta invariata rispetto al primo trimestre e che il fatturato è aumentato solo leggermente.

I dati più significativi riguardano infatti le variazioni destagionalizzate della produzione e del fatturato rispetto al 1° trimestre: i livelli produttivi sono stabili (la variazione è nulla) mentre i ricavi aumentano dello 0,3%. Preoccupano le serie degli ordinativi: le variazioni rispetto al trimestre precedente sono negative sia con riferimento al mercato interno (-0,5%) sia soprattutto con riferimento agli ordinativi provenienti dall’estero (-1,8%). Gli imprenditori tornano tuttavia a mostrare un cauto ottimismo rispetto all’andamento produttivo nei prossimi mesi: la quota di imprenditori, opportunamente destagionalizzata, che prevedono un aumento della produzione risulta infatti in aumento di due punti percentuali rispetto alla precedente indagine.

Secondo l’ultimo bollettino della Banca d’Italia, persistono i rischi per le prospettive dell’economia globale derivanti dal protrarsi delle tensioni commerciali internazionali e dal rallentamento dell’attività in Cina. L’attività economica nell’area dell’euro resta debole e soggetta a rischi al ribasso, l’inflazione rimane su valori contenuti e per questo motivo il Consiglio direttivo della BCE ha esteso l’orizzonte entro il quale prevede di mantenere bassi i tassi di interesse. Gli indicatori congiunturali più recenti segnalano che l’attività economica in Italia è rimasta stazionaria: a ciò avrebbe contribuito soprattutto la debolezza del ciclo industriale, comune anche alla Germania. Nelle indagini della Banca d’Italia le valutazioni delle imprese sull’andamento della domanda per i propri prodotti sono lievemente migliorate, ma gli imprenditori indicano piani di investimento in espansione molto modesta per l’anno in corso. Peraltro questo quadro è soggetto a rischi per la crescita legati al proseguimento delle tensioni sulle politiche commerciali che frenando le esportazioni e ripercuotendosi sulla propensione a investire delle imprese, potrebbe pregiudicare il recupero dell’attività ipotizzato per la seconda metà del 2019 in Italia e nell’area dell’euro. Sul piano interno, un accentuarsi dell’incertezza del quadro politico potrebbe determinare nuove turbolenze sui mercati finanziari e riflettersi sugli investimenti delle imprese.

Nel 2° trimestre le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) sono risultate in diminuzione rispetto al 1° trimestre: da 737 mila ore nel 1° trimestre a 663 mila ore nel 2° trimestre (-10%). Le ore complessive di CIG nei primi sei mesi del 2019 sono state 1,4 milioni, un valore nettamente inferiore ai 2,3 milioni dello stesso periodo del 2018 (-39%). La forte riduzione delle ore autorizzate è dovuta soprattutto alla componente straordinaria (CIGS) che è passata da 164 mila ore a 58 mila (-64,4%), la componente ordinaria (CIGO) è risultata in leggero aumento: nel 2° trimestre le ore sono passate da 572 mila a 605 mila (+5,7%), mentre la componente «in deroga» dal 2018 non è più prevista se non in casi particolarissimi1. Va sottolineato che i dati relativi alla CIGS sono di difficile lettura sotto il profilo congiunturale poiché le ore autorizzate sono spesso riferibili a ore di sospensione effettuate in mesi diversi.

Nel 2° trimestre 2019 il saldo tra iscrizioni e cancellazioni al Registro delle Imprese è positivo: +257 (era stato +182 nel 2° trimestre 2018). Il saldo è positivo nel commercio, nella manifattura ma soprattutto nei servizi alle imprese. Nei primi sei mesi del 2019 il saldo è di –402; nel periodo gennaio-giugno 2018 il saldo era pari a –343. Gli addetti alle unità locali2 ubicate in provincia sono passati da 333.829 del 1° trimestre a 339.591 del 2° trimestre (+1,7%) e più in particolare gli addetti alle unità locali che svolgono attività manifatturiere sono aumentati da 143.473 del 1° trimestre a 145.713 del 2° trimestre (+1,6%).

Il numero di aperture delle procedure concorsuali nel 2° trimestre 2019 è in diminuzione rispetto al 1° trimestre: 44 nel 2° trimestre contro 65 nel 1° trimestre. tuttavia ampliando l’orizzonte temporale ai primi sei mesi del 2019 si nota che l’apertura di procedure concorsuali ha riguardato un numero più elevato di imprese rispetto allo stesso periodo del 2018: 61 imprese nel periodo gennaio-giugno 2018 contro 109 nel periodo gennaio-giugno 2019 (+78%). Nell’ambito di queste procedure i fallimenti sono 59 nel 2° trimestre 2019, 39 nel 1° trimestre 2019.

Pur scontando il limite di rappresentare una parte limitata degli strumenti di pagamento, l’ammontare del monte protesti è un indicatore della capacità delle imprese e delle famiglie di far fronte alle proprie obbligazioni; ebbene nel 2° trimestre 2019 si può constatare una sostanziale stazionarietà soprattutto per quanto riguarda gli importi: l’ammontare protestato nel 2° trimestre è stato di 595 mila euro in leggerissimo aumento rispetto al dato del 1° trimestre (la variazione è +1,3%); il numero di effetti protestati è invece diminuito (da 609 a 569, -6,6%). L’ammontare complessivamente protestato nei primi sei mesi del 2019 è stato di 1,2 milioni di euro, in forte diminuzione rispetto ai 2,3 milioni di euro nei primi sei mesi del 2018 (-48,2%).

Il tema del rapporto banca-impresa resta attuale: nonostante la politica accomodante confermata anche per i prossimi mesi dalla BCE, lo stock di prestiti bancari alle imprese vicentine al 31 maggio 2019 è in leggera diminuzione rispetto a fine anno (da 14 a 13,9 miliardi di euro, -0,5%), ma allargando l’orizzonte temporale, si nota che questo dato è nettamente più basso rispetto a quello di fine maggio 2018 (-5,8%). La selezione delle imprese a seguito delle crisi del 2008-2009 e del 2011-2013 e il supporto delle Associazioni di categoria hanno portato ad una maggiore consapevolezza e maturità finanziaria delle imprese vicentine, con una progressiva riduzione della loro esposizione verso il credito bancario soprattutto a breve termine (gli indicatori dei bilanci depositati confermano questa tendenza): tuttavia è difficile comprendere in che misura il fenomeno può essere spiegato con una minore richiesta da parte delle imprese oppure con una minore disponibilità da parte degli istituti bancari.

Dopo il forte aumento usuale nel 1° trimestre di ciascun anno, nella provincia di Vicenza le immatricolazioni di veicoli sono in flessione: nel 2° trimestre le nuove immatricolazioni sono state 8.296 contro 8.662 immatricolazioni nel 1° trimestre (-4,2%). Complessivamente nel primo semestre 2019 le immatricolazioni sono state 16.958, contro 18.189 immatricolazioni nello stesso periodo del 2018 (-6,8%) invertendo il trend che era stato positivo nel corso del 2018.

Nel 2° trimestre 2019 la variazione congiunturale della produzione industriale mostra una dinamica piatta mentre il dato veneto resta in territorio positivo, anche se in rallentamento, e il dato italiano mostra una diminuzione (la variazione è 0% a Vicenza, +1% in Veneto e –0,7% in Italia). Come anticipato, le maggiori preoccupazioni riguardano le serie degli ordinativi che mostrano una dinamica negativa sia con riferimento al mercato interno sia soprattutto con riferimento a quelli provenienti dall’estero che confermano il “segno meno” già registrato nei trimestri precedenti. Il fatturato industriale risulta invece essere in leggera crescita rispetto al trimestre passato (+0,3%).

Il confronto con il 2° trimestre 2018 evidenzia indicatori ancora leggermente positivi (+0,5% per la produzione e +1,1% per il fatturato): a segnare gli aumenti produttivi più rilevanti sono le imprese che producono beni di consumo mentre risultano meno performanti le imprese che producono beni strumentali e intermedi. A livello settoriale sono soprattutto le imprese alimentari, orafe e del settore del legno-mobile a essersi contraddistinte per le performance migliori, viceversa registrano dati negativi i settori della concia, della chimica-gomma-plastica e del tessile-abbigliamento. Per quel che concerne le aspettative per i prossimi mesi, va segnalato che la quota di imprenditori che prevedono un aumento della produzione aumenta leggermente passando da 23,9% a 26,3% (era però il 27,8% un anno fa). Sono 53 i giorni di produzione assicurati dagli ordinativi acquisiti: il medesimo valore di fine marzo.

1 La CIG «in deroga» è stata sostituita dagli strumenti previsti dalla legge 92/2012 e ulteriormente disciplinati con il Jobs Act, vale a dire il Fis (Fondo d’integrazione salariale) e i vari Fondi specifici
2 I dati sono di fonte INPS e sono ri-allineati con i dati del Registro delle Imprese con un ritardo di tre mesi. Per unità locale si intende un luogo operativo od amministrativo (es. laboratorio, officina, stabilimento, filiale, agenzia ecc.) nel quale l’impresa esercita stabilmente una o più attività.