Eccidio di Schio, studenti in piazza definiti “ignoranti” da Donazzan: “Non dimentichiamo vittime, né abbiamo cercato gli scontri”

133

Il Coordinamento Studentesco Alto Vicentino lo scorso 7 luglio è sceso in piazza per manifestare l’importanza dei valori dell’antifascismo. Ogni anno infatti la commemorazione dell’eccidio di Schio diventa occasione di scontro politico. In quella giornata si sono riscontrate cariche della polizia contro i manifestanti, con conseguenti strascichi polemici da parte di varie forze politiche.

Gli studenti attaccano in particolare l’assessore regionale Elena Donazzan (Fratelli d’Italia) che li aveva accusati di voler impedire la commemorazione delle vittime.

“Noi il 7 luglio 2020 siamo scesi in piazza per impedire ai fascisti di oggi di sfilare – spiegano gli studenti – non per impedire di ricordare, attraverso una messa, le vittime del 7 luglio 1945 (né tanto meno per scontrarci con la polizia, come hanno detto in molti, puntando tutta ?attenzione sullo scontro che c’è stato, tentando così di vanificare ?intera manifestazione). Ad aver strumentalizzato la cerimonia in ricordo dei familiari, ad essersi messi sotto i piedi il cosiddetto «patto di concordia» sono Cioni, Donazzan & camerati, che intendono fare del 7 luglio non un’occasione di ricordo delle vittime ma di celebrazione del fascismo, cosa che sarebbe proibita dalla Costituzione, ma purtroppo sappiamo bene che lo Stato (le forze dell’ordine) non coincide affatto con la Repubblica (i valori della Costituzione)”.

“L’assessore Donazzan ci ha definiti «antistorici e ignoranti» – prosegue la nota del Coordinamento -. Non varrebbe la pena di risponderle se non fosse per il fatto che ci ha accusati di voler impedire di “ricordare la mattanza operata a Schio dai partigiani
comunisti, a guerra finita, nel luglio del 1945″ e per questo ci teniamo a puntualizzare alcune cose. Ricordare e celebrare sono due cose diverse. Già dal primo intervento al microfono il giorno della manifestazione abbiamo detto chiaro e tondo che non eravamo lì per cercare di impedire la celebrazione della messa in ricordo delle vittime della strage, eravamo lì per impedire che anche quest’anno ìl fascismo venisse celebrato con il bene placito delle istituzioni (la scorsa settimana alla messa è seguito un corteo a cui l’assessore regionale Donazzan e il consigliere Cioni hanno partecipato in compagnia della crème del neofascismo vicentino, in barba alle stesse disposizioni della questura, che come solito ha fatto manganellare gli antifascisti per proteggere un corteo fascista). Corteo che negli anni scorsi ha visto andare in scena le consuete ritualità del ventennio, quali saluti romani e rito del «presente» che in teoria dovrebbero essere vietati nella «Repubblica nata dalla resistenza». Noi non contestiamo i fascisti morti, noi contestiamo i fascisti vivi e, purtroppo, al potere a spregio della Costituzione repubblicana”.

“Noi contestiamo il fatto che i fascisti possano prendersi le strade – concludono gli studenti – perché i fascisti sono una minaccia all’incolumità fisica di tutti e tutte quelli e quelle che essi reputano «diversi», come attestano i pestaggi a sfondo razzista o omofobo di cui sono pieni i giornali e gli svariati attentati incendiari commessi negli ultimi anni nel nostro territorio contro le residenze che ospitavano richiedenti asilo”.