Ditta sversa liquami in risorgiva a Schiavon, Zanoni (PD): “revoca autorizzazione, Regione e Comune parti civili”

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Andrea Zanoni, Consigliere regionale del Veneto
Andrea Zanoni, Consigliere regionale del Veneto

Il consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni interviene in una nota sull’episodio avvenuto giorni fa a Schiavon nel vicentino. “Sversare i liquami di un autospurgo in una delicata zona di risorgive è un atto gravissimo – afferma – mi auguro che alla ditta coinvolta venga sospesa o revocata l’autorizzazione e che nell’eventuale processo la Regione si costituisca parte civile chiedendo i danni. Lo stesso dovrebbe fare il Comune di Schiavon. Un episodio che ha coinvolto due autobotti di un’impresa di spurghi sorprese a scaricare illegalmente i liquami in un’area naturale delicata, zona di risorgive, in località Campogallo nel comune di Schiavon”.

“È un comportamento che va sanzionato severamente. Decine di migliaia di litri sversati nell’ambiente, anziché conferirli ad un impianto di trattamento di rifiuti liquidi come prevede la legge, con tutte le conseguenze del caso per le acque superficiali e quelle di falda, nonché per l’ecosistema. Per fortuna – prosegue il consigliere – un cittadino ha ripreso la scena e le indagini hanno portato alla rapida denuncia di due persone, il titolare e un dipendente di una ditta del Bassanese. Non si tratta purtroppo di episodi isolati. Lo scorso anno, indagini della Guardia di Finanza finalizzate alla prevenzione e al contrasto di illeciti in materia ambientale, avevano denunciato per fatti analoghi cinque ditte della provincia di Vicenza. Servono pertanto più controlli e sanzioni pesanti. Non è tollerabile che chi commette violazioni del genere possa continuare a operare indisturbato e, una volta scoperto, sia soggetto a sanzioni pecuniarie anche se penali. È un fenomeno che potrebbe essere oggetto di audizioni, in IV Commissione, di cui sono presidente, perché merita di essere approfondito”.

“Per quanto riguarda il caso specifico – conclude Andrea Zanoni – ho contattato l’Arpav e la Provincia di Vicenza, la Polizia municipale di Sandrigo e l’Albo Gestori Ambientali del Veneto, affinché oltre all’azione penale, venga applicata la sospensione, o ancora meglio se ne ricorrono le condizioni, la revoca dell’autorizzazione”.

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