La Diocesi di Vicenza e il Pride, don Zorzanello e don Marchesini: “reciproco rispetto, estraneità a contromanifestazioni”

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Processione Reggio Emilia giugno 2017
Processione Reggio Emilia giugno 2017 contro gay

Il rispetto di ogni uomo e di ogni donna – è scritto in una nota pubblicata su La Voce dei Berici e firmata dal direttore don Matteo Zorzanello dell’Ufficio di pastorale sociale e dal direttore don Flavio Marchesini dell’Ufficio per la famiglia della Diocesi di Vicenza – e l’accoglienza delle gioie e delle fatiche di ciascuno rappresentano per ogni cristiano i valori fondamentali della convivenza umana. A partire da tale convinzione, la Chiesa vicentina, fedele al Vangelo e al Magistero, cerca di porsi accanto ad ogni situazione esistenziale e sociale che interpella il territorio in cui vive, adoperandosi per la ricerca del bene comune, per il dialogo e il positivo confronto tra le diversità.

Come già avvenuto nel 2013, con questo atteggiamento la Diocesi di Vicenza desidera porsi anche in riferimento alla manifestazione del “Vicenza pride” in programma sabato 15 giugno in città. La Costituzione del nostro Paese garantisce peraltro la libertà di espressione ad ogni persona e realtà sociale e dunque anche tale evento deve essere rispettato al di là delle legittime convinzioni personali.

Come Diocesi, riconosciamo tale libertà e ci auguriamo che la stessa manifestazione possa essere attenta a rispettare le differenti sensibilità culturali e religiose del popolo vicentino, dei suoi luoghi pubblici e dei suoi simboli evitando ogni esagerazione che potrebbe risultare offensiva o irriverente.

In questi anni, come indicato più volte dal Magistero (cfr. ad esempio Amoris Laetitia n. 250), la Chiesa vicentina ha manifestato la sua cura pastorale verso le persone omosessuali credenti. È questo un impegno che proseguirà con la delicatezza e il rispetto necessari verso la sensibilità di ciascuno per un autentico percorso di accompagnamento e di crescita umana e cristiana.

Nello stesso spirito rispettiamo anche le contromanifestazioni programmate nel medesimo giorno in città, pur dichiarando l’estraneità della Diocesi alla loro organizzazione. Al di là dei contenuti espressi, riteniamo, peraltro, che le modalità scelte non siano conformi ad uno stile evangelico e rischino di alimentare conflittualità e atteggiamenti discriminatori. L’annuncio del Vangelo, anche quello riguardante la famiglia – che per la Chiesa resta comunque la comunità di vita e di amore tra un uomo e una donna, nella reciprocità, fedeltà e apertura alla vita, fondata sul sacramento del matrimonio – deve essere fatto “con dolcezza, rispetto e retta coscienza” (1 Pt 3, 17).