“Da zero a cento competenze” a Montecchio Maggiore: quando i giovani e gli anziani si incontrano

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Da zero a cento competenze

L’Assessorato alla Scuola promuove anche quest’anno il progetto “Da zero a cento competenze. Quando i giovani e gli anziani si incontrano”, che vede come protagonisti i bambini della scuola primaria Zanella e gli ospiti del Centro Servizi La Pieve con il coordinamento della psicologa Lorena Peotta.

La filosofia che sta alla base è quella delle Life Skills, ossia le competenze per la vita identificate nel 1994 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come necessarie per promuovere la ricerca della salute nell’infanzia e nell’adolescenza. Si tratta di quelle competenze emozionali e relazionali che aiutano i futuri cittadini a gestire al meglio le relazioni interpersonali e a diventare attori della propria esistenza e che per questo servono per tutta la vita.

Il percorso prevede dei momenti teorici in classe, durante i quali gli alunni, con l’ausilio alla dott.ssa Peotta, apprendono le basi teoriche delle skills e del concetto di anzianità e disabilità, che successivamente vengono messe in pratica con l’aiuto degli anziani de La Pieve.

Quest’anno parteciperanno le classi prime e seconde e, vista l’età, anziani e bambini saranno messi in relazione tra loro come negli antichi e tradizionali “filò”, raccontandosi storie che ispirano gentilezza, bontà, attenzione per l’altro e coraggio. Queste virtù sono la base delle skills che i protagonisti sperimenteranno: la capacità di comunicare, collaborare, relazionarsi con gli altri e gestire le emozioni.

Il progetto, iniziato a gennaio, terminerà ad aprile con una mostra itinerante a La Pieve e alla scuola Zanella.

“Questo progetto – afferma l’assessore alla scuola Maria Paola Stocchero – ha un duplice obiettivo: far conoscere ai bambini la realtà di una struttura per anziani e favorire il contatto con le persone della terza età, portatrici di grandi esperienze e dal cuore grande”.

“Bambini e anziani possono parlare lo stesso linguaggio – aggiunge il sindaco Gianfranco Trapula – e dal loro incontro possono scaturire emozioni che fanno sicuramente bene agli uni e agli altri, avvicinando due mondi che solo in apparenza sono distanti”.

Il coinvolgimento della scuola Zanella.

Dopo la positiva esperienza dello scorso anno scolastico, alcune insegnanti della primaria Zanella hanno voluto coinvolgere anche quest’anno nel progetto i loro alunni di prima e seconda: una scelta che è stata la naturale conseguenza del percorso unico, originale, attivo, concreto e irripetibile, vissuto e concluso lo scorso giugno con le loro classi quinte.

La primaria Zanella è composta da studenti di culture diverse e la normale quotidianità di ogni gruppo-classe è imperniata attorno alla reciproca conoscenza, al rispetto delle proprie origini, all’ascolto dei suoni di lingue diverse, al diventare amici giocando ed imparando, giorno dopo giorno, insieme.

Raccontarsi delle storie sarà il modo di interagire tra bambini e nonni, i quali metteranno in campo le proprie capacità e abilità, trovando diverse strategie e risorse per giungere all’obiettivo finale: incontrarsi.

Il coinvolgimento del Centro Servizi La Pieve e della Cooperativa Laerte.

A fronte dell’innalzamento dell’età media e della gestione delle patologie dell’anziano in strutture separate dal contesto domestico, sta diventando critico il fatto che bambini e ragazzi si stiano disabituando alla visione e dunque alla gestione dell’anziano e di quelle che sono le sue problematiche. Oggi, infatti, si tende ad educare i minori volendo escludere “chi sta male o non funziona bene”: in tal modo i bambini si abituano a pensare che solo chi sta bene può essere adatto all’inserimento nella società.

Il Centro Servizi La Pieve, con la collaborazione della Cooperativa Laerte, è parte attiva di questo progetto perché ha l’obiettivo di diventare una palestra in cui sperimentare e sperimentarsi, grazie al confronto tra i bambini e gli ospiti anziani non autosufficienti.

La Pieve apre le sue porte per insegnare fin dalla tenera età che la salute deve essere una cultura a carico di tutti, una responsabilità condivisa utile a metterci nella condizione di anticipare le ricadute delle nostre scelte: sia che si frequentino le scuole elementari sia che si frequenti il centro servizi.

Il progetto vuole dunque partire dal presupposto che dobbiamo riappropriarci di una cultura comunitaria in grado di gestirsi e di bastare a sé stessa partendo da ciò di cui già dispone: l’anziano, dunque, diventa, nel progetto, risorsa e occasione per insegnare ai minori.