Credito e liquidità per famiglie e imprese, MEF: 444 miliardi tra moratorie, richieste al Fondo di Garanzia PMI e prestiti garantiti da SACE

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Sul fronte del credito e liquidità per famiglie e imprese si attestano (fonte MEF) ad oltre 2,7 milioni, per un valore di 301 miliardi, le domande di adesione alle moratorie sui prestiti e superano quota 124 miliardi le richieste di garanzia per i nuovi finanziamenti bancari per le micro, piccole e medie imprese presentati al Fondo di Garanzia per le PMI. Attraverso ‘Garanzia Italia’ di SACE i volumi dei prestiti garantiti raggiungono i 19 miliardi di euro, su 1.254 richieste ricevute.

Sono questi i principali risultati della rilevazione effettuata dalla task force costituita per promuovere l’attuazione delle misure a sostegno della liquidità adottate dal Governo per far fronte all’emergenza Covid-19, di cui fanno parte Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero dello Sviluppo Economico, Banca d’Italia, Associazione Bancaria Italiana, Mediocredito Centrale e Sace[1].

La Banca d’Italia continua a rilevare presso le banche, con cadenza settimanale, dati riguardanti l’attuazione delle misure governative relative ai decreti legge ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’, le iniziative di categoria e quelle offerte bilateralmente dalle singole banche alla propria clientela. Sulla base di dati preliminari, all’ 11 dicembre sono pervenute oltre 2,7 milioni di domande o comunicazioni di moratoria, su prestiti per oltre 301 miliardi[2]. Si stima che, in termini di importi, circa il 95% delle domande o comunicazioni relative alle moratorie sia già stato accolto dalle banche, pur con differenze tra le varie misure; il 3% circa è stato sinora rigettato; la parte restante è in corso di esame.

Ulteriori evidenze raccolte dalla Banca d’Italia mostrano che circa il 75 per cento degli importi delle moratorie richieste e approvate dalle banche da marzo 2020 è ancora in essere. Tale percentuale è più elevata per le moratorie di legge rispetto a quelle promosse dagli intermediari o loro associazioni (85 e 60 per cento, rispettivamente).

Più in dettaglio, le domande provenienti da società non finanziarie rappresentano il 43% del totale, a fronte di prestiti per 194 miliardi. Per quanto riguarda le PMI, le richieste ai sensi del DL ‘Cura Italia’ (quasi 1,3 milioni) hanno riguardato prestiti e linee di credito per 155 miliardi. Le 62 mila adesioni alla moratoria promossa dall’ABI hanno riguardato 18 miliardi di finanziamenti alle imprese.

Le domande delle famiglie[3] hanno riguardato prestiti per 98 miliardi di euro. Le banche hanno ricevuto oltre 223 mila domande di sospensione delle rate del mutuo sulla prima casa (accesso al cd. Fondo Gasparrini), per un importo medio pari a circa 94 mila euro. Le moratorie dell’ABI e dell’Assofin rivolte alle famiglie hanno raccolto 571 mila adesioni, per circa 27 miliardi di prestiti.

Sulla base della rilevazione settimanale della Banca d’Italia, si stima che le richieste pervenute agli intermediari per l’accesso al Fondo di Garanzia per le PMI abbiano continuato a crescere tra la fine di novembre e l’11 dicembre, superando il milione e mezzo, per un importo di finanziamenti di quasi 124 miliardi. La percentuale di prestiti erogati è in ulteriore crescita rispetto alla fine della settimana precedente. In particolare, all’11 dicembre è stato erogato oltre il 92% delle domande per prestiti interamente garantiti dal Fondo.

Il Ministero dello Sviluppo Economico e Mediocredito Centrale (MCC) segnalano che sono complessivamente 1.556.191 le richieste di garanzie pervenute al Fondo di Garanzia nel periodo dal 17 marzo al 22 dicembre 2020 per richiedere le garanzie ai finanziamenti in favore di imprese, artigiani, autonomi e professionisti, per un importo complessivo di oltre 124,1 miliardi di euro. In particolare, le domande arrivate e relative alle misure introdotte con i decreti ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’ sono 1.549.574 pari ad un importo di circa 123,4 miliardi di euro. Di queste, 1.040.127 sono riferite a finanziamenti fino a 30.000 euro, con percentuale di copertura al 100%, per un importo finanziato di circa 20,3 miliardi di euro che, secondo quanto previsto dalla norma, possono essere erogati senza attendere l’esito definitivo dell’istruttoria da parte del Gestore e 192.875 garanzie per moratorie di cui all’art. 56 del Dl Cura Italia per un importo finanziato di circa 3,9 mld. Al 23 dicembre sono state accolte 1.517.570 operazioni, di cui 1.511.169 ai sensi dei Dl ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’.

Salgono a circa 19 miliardi di euro, per un totale di 1.254 operazioni, i volumi complessivi dei prestiti garantiti nell’ambito di “Garanzia Italia”, lo strumento di SACE per sostenere le imprese italiane colpite dall’emergenza Covid-19. Di questi, circa 8,2 miliardi di euro riguardano le prime cinque operazioni garantite attraverso la procedura ordinaria prevista dal Decreto Liquidità, relativa ai finanziamenti in favore di imprese di grandi dimensioni, con oltre 5000 dipendenti in Italia o con un valore del fatturato superiore agli 1,5 miliardi di euro. Crescono inoltre a 10,8 miliardi di euro circa i volumi complessivi dei prestiti garantiti in procedura semplificata, a fronte di 1.249 richieste di Garanzia gestite ed emesse tutte entro 48 ore dalla ricezione attraverso la piattaforma digitale dedicata a cui sono accreditate oltre 250 banche, istituti finanziari e società di factoring e leasing.


[1] Le informazioni riportate sono raccolte nel contesto dei lavori della Task Force per le misure a sostegno della liquidità. La task force opera per mettere i potenziali beneficiari e le banche a conoscenza delle nuove procedure di sostegno alla liquidità e agevolarne l’utilizzo; favorisce il coordinamento e lo scambio di informazioni tra le parti; individua e divulga le soluzioni più appropriate a eventuali problemi applicativi e coordina la raccolta e la diffusione dei dati sugli strumenti previsti dalla normativa.
[2] Il numero delle richieste di moratoria e i relativi importi possono risultare inferiori rispetto alle settimane precedenti a causa della scadenza di alcuni prestiti precedentemente assoggettati a moratoria, oppure a causa di revisione e rettifica di dati precedentemente comunicati dalle banche.
[3] La categoria “famiglie” qui utilizzata include anche alcune imprese diverse dalle società non finanziarie, come ad esempio le imprese artigiane.