Covid, PD Veneto: “sanitari siano riconosciuti vittime del dovere”

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“In questi 14 mesi migliaia di medici, infermieri e operatori sanitari si sono contagiati, molti di loro hanno perso la vita per salvare quella altrui, lottando con generosità e professionalità in prima linea contro un virus fino ad allora sconosciuto. Perciò condividiamo l’opportunità di inserire anche tutto il personale sociosanitario nell’elenco delle ‘vittime del dovere’, riconoscendo a loro o ai familiari le tutele previste dall’attuale normativa nazionale”. È quanto chiede in un comunicato il gruppo regionale del Partito Democratico con il capogruppo Giacomo Possamai e i consiglieri Anna Maria Bigon, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni e Francesca Zottis, annunciando poi una mozione da presentare quanto prima in aula.

“In questi mesi hanno pagato un tributo pesante anche dal punto di vista fisico e psicologico, facendo i conti con la morte praticamente ogni giorno. Sono conseguenze che si porteranno dietro per chissà quanto tempo. Eppure ricordiamo tutti il grande entusiasmo con cui hanno aderito all’inizio della pandemia al bando della Protezione civile per reclutare medici da inviare nelle zone maggiormente colpite dal Covid 19, inclusi tanti professionisti già in pensione che non hanno esitato a indossare di nuovo il camice bianco. Non smetteremo mai di ringraziarli e l’istituzione, il 20 febbraio, della Giornata nazionale del personale sanitario e sociosanitario, del personale socioassistenziale e del volontariato è solo un primo, doveroso, passo”.

“Chiediamo però un ulteriore e più concreto riconoscimento – sottolineano i consiglieri dem anticipando il contenuto della mozione – per rendere omaggio al loro sacrificio: siano equiparati a magistrati, appartenenti alle forze armate e di polizia e a tutti gli altri funzionari pubblici e inseriti nell’elenco delle ‘vittime del dovere’, garantendo, a loro o ai familiari, le tutele e i benefici previsti dalla legge. È una materia di competenza statale ma la Giunta può fare la propria parte, magari insieme alle altre Regioni così da rafforzare la richiesta, affinché il Governo modifichi l’attuale normativa. Crediamo sia davvero una buona causa”.