Covid, il ‘cittadino qualunque’ Franco Barbieri sui 60enni non vaccinati: “perché sono stufi delle fregature e si informano di più”

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Vaccino Astrazeneca
Vaccino Astrazeneca

Vaccinare, vaccinare, vaccinare…. È un mantra ripetuto fino all’ossessione da parte del mainstream mediatico. Dopo che per anni le Ulss se ne sono strafregate di rispettare i tempi da loro stessi previsti per le visite mediche ora sembrano tutte preoccupate per la nostra salute e soprattutto per i sessantenni che non si sono ancora sottoposti al “vaccino” anti Covid 19. Si accampa la scusa che molti hanno paura degli intrugli chiamati Astrazeneca, ed in parte hanno anche ragione. Dopo tutta la confusione che hanno creato i cosiddetti “esperti”, cui aggiungiamo E.M.A. ed A.I.F.A., che con sconcertante sicumera dettata da pseudo certezze scientifiche prima ci hanno raccontato tutto e poi il contrario di tutto, è normale che qualche perplessità l’abbiano creata e a questo punto cercata. Ma è tutto qua, non ci sono altre motivazioni? A mio modesto avviso se sessantenni e settantenni sono così restii a farsi vaccinare i motivi sono anche altri. Gli ultra ottantenni sono ormai deboli per cui tendono ad appoggiarsi e farsi convincere da persone più giovani, sono poco informati, spesso ospiti di strutture dove praticamente il vaccino è un obbligo. I giovani lasciamoli perdere. Cresciuti a televisione, videogiochi, droga e movida con una scuola poco formativa, quelli che credono che Alessandro Manzoni sia il Presidente della Repubblica si informano più di calcio e Grande Fratello che di politica ed attualità. Si bevono cantanti sgraziati come Zucchero o il tamtam mutuato dagli Zulù della musica rock così come si bevono gli aperitivi e tutte le cretinate che il mainstream mediatico propina loro. Poi ci sono i trentenni ed i quarantenni, presi dal mondo del lavoro dove la vaccinazione diventa praticamente obbligatoria. Stanchi dalla frenetica corsa giornaliera nel dividersi tra lavoro e famiglia non hanno certo il tempo di informarsi e tendono anch’essi a credere, senza senso critico a tutte le balle mediatiche costantemente propinateci da certi talk show abilmente maneggiati da prezzolati anchorman e pseudo opinionisti. Ed arriviamo alla categoria di chi ha superato la soglia dei sessanta, settant’anni. Si tratta di persone ancora lucide, che già hanno una certa dimestichezza con l’informatica per cui sanno anche informarsi su Internet, dove non tutto è fake news come qualcuno vorrebbe farci credere. Sono ormai smaliziati, sgamati se mi si consente questo neologismo. Hanno visto e vissuto in gioventù il boom economico, i sogni del sessantotto per un mondo più giusto e più umano, ed il lento, inesorabile declino di una società e soprattutto di una classe politica sempre meno interessata al bene comune e sempre più schiava dei poteri forti, delle banche, dei commissari europei non eletti, di chi dall’alto delle riunioni di Davos sta rendendo i poveri sempre più poveri ed i ricchi sempre più ricchi e non ultimo dalla posizione sempre più dominante in tema di sanità di Big Pharma. Delusi ed incazzati, stanchi di vedere sempre le solite facce alla televisione che predicano e predicano, mentre il nostro paese e l’intera società va sempre più a rotoli, al contrario di chi ha trent’anni e crede ancora che sia possibile ad esempio una lotta all’evasione fiscale perché ne sente parlare da circa dieci anni, cioè da quando ha cominciato l’età della ragione, i settantenni ne sentono parlare da almeno cinquant’anni e non ci credono più a tutte le fandonie propinate quotidianamente dal mainstream mediatico. Basti vedere a tal proposito che fine hanno fatto la Lista Falciani ed i Panama Papers 1 e 2. I diversamente giovani si informano di più perché ne hanno il tempo e si chiedono che senso ha vaccinare durante una pandemia quando la maggioranza degli scienziati, anche quelli che ora premono per il vaccino a tutti costi, prima dicevano che era un errore perché così i virus mutano più rapidamente, cosa che per altro sta accadendo, e che è praticamente impossibile a livello mondiale ingaggiare una gara con i virus che sono più veloci nelle mutazioni di qualsiasi casa farmaceutica e campagna vaccinale. Si chiedono perché c’è stato invece un malcelato ostracismo nei confronti di chi chiedeva aiuti e risorse per sperimentare e trovare cure efficaci come se ci fosse una scienza di serie “A”, magari al soldo di Big Pharma, ed una di serie “B” fatta da “incompetenti” da additare al pubblico ludibrio, dimenticandosi la famosa massima: chi si loda si imbroda. E di imbrodature ne hanno prese a bizzeffe certi soloni prezzolati che spopolano alla televisione. Si chiedono perché tanta reticenza e censura sui contratti con le case farmaceutiche, anche se poi i soldi ce li mettiamo noi, ed altrettanta censura e reticenza sui casi avversi di chi si vaccina, anche se previsti dalla scarsissima sperimentazione. Chi è ormai “sgamato” sa per esperienza che certi silenzi nascondo sempre verità inconfessabili da parte di chi ha il potere. Se poi chi ha il potere ricorre ai ricattini del tipo non puoi andare all’estero o non puoi andare a trovare la madre anziana all’ospizio se non hai l’inutile passaporto vaccinale o peggio il risultato del tampone, che non certificano certo che non sei un probabile untore, l’incazzatura e la voglia di ribellarti e mandare a quel paese questo “sistema” aumenta.

Ringraziando fin d’ora per la pazienze nel leggermi e per l’eventuale pubblicazione,

Franco Barbieri