Covid, governo: “zona rossa in Veneto dopo feste”. Renzi in ‘aiuto’ di Zaia?

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Cordoglio per Giuseppe La Greca di Luca Zaia, presidente regione Veneto
Luca Zaia, presidente regione Veneto

Le Regioni Veneto, Calabria e Liguria, hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario tipo 2. Questo “desta particolare preoccupazione e pertanto si esorta a considerare di applicare le misure previste, per i livelli di rischio attribuiti, anche alla fine di queste festività”. Lo afferma la bozza di monitoraggio Iss-ministero Salute diramata nella tarda serata di ieri. “Mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone, evitare tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile”.

Sono queste le indicazioni contenute nella bozza di monitoraggio settimanale Ministero della Salute-Iss. Nel documento si raccomanda di rispettare tutte le misure di sicurezza comprese le quarantene dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi. Intanto sarà un Natale e Capodanno di “clausura” per Luca Zaia. Con un occhio puntato su palazzo Chigi perché se Conte traballa sotto i colpi di Renzi non c’è che una strada: votare subito.

Quanto alla zona rossa fino all’11 gennaio invocata dal ministro D’Incà non resta che aspettare il verdetto del Cts. Decide Roma. Come sempre. E il Veneto obbedisce: giallo, arancio o rosso che sia, il verdetto è nelle mani di Brusaferro e Miozzo. Dove sarà la notte di San Silvestro il governatore più votato d’Italia, con il plebiscito del 76% di settembre? “A casa con mia moglie, come sempre. Mi è morto anche il cavallo, che mi accompagnava negli incontri la mattina dopo il veglione. C’è poco da festeggiare. Lasciatemi fare gli auguri a tutti i veneti, non vedo l’ora che finisca quest’orribile 2020, per uscire dall’incubo Covid. Sarà un Capodanno triste, auguro di cuore a tutte le persone di ritrovare la salute, di conservare la perfetta forma fisica e di superare ogni malanno”.

Nessun brindisi con il Prosecco, vietate le strette di mano. Non si può, mascherina stretta sulla bocca e zero abbracci. Il tg web scivola via tra domande sulla zona rossa, i vaccini, i tamponi rapidi che Roma continua a ignorare nel data base della Protezione civile. Alle 13.40 il governatore si lascia andare a un saluto dai toni ecumenici. Cita Freud che ha “spiegato come l’uomo sia l’animale che meglio si adatta ai cambiamenti sociali” e dalla psicanalisi della sopravvivenza passa a ringraziare gli “angeli della sanità” i medici e gli infermieri che da 10 mesi rischiano la vita per curare i 250 mila malati di Covid. “Buon anno a tutti, anche a chi protesta, ma non mi dovete aspettare sotto casa perché le minacce sono un insulto a chi soffre. Sono orgoglioso del mio Veneto, che ha un forte senso di comunità e collabora per uscire dall’emergenza: Paolo Fassa ha donato 150 mila euro che si sommano ai 38 milioni versati da imprenditori e cittadini da marzo a dicembre. Non siamo scappati con i soldi, purtroppo li abbiamo già spesi per il materiale sanitario”, dice il presidente. Un passo indietro.

L’aggiornamento sulla pandemia ruota attorno a quattro pilastri: i tamponi con i contagi, la zona rossa, le terapie intensive e gli scenari del governo Conte.

Sul primo capitolo Zaia mette dei paletti precisi: i test processati sono 52.412 di cui 34 mila rapidi e 17 mila molecolari. Con 2.986 positivi il tasso del Veneto si ferma al 5,7% mentre la media nazionale è del 12,48. Da qualche giorno si segnala una diminuzione dei contagi legata alle restrizioni scattate dal 19 dicembre che sono in calendario fino al 6 gennaio. Ma Roma si decide o no a cambiare i parametri? Zaia spiega che Francesca Russo è impegnata proprio con l’Iss di Brusaferro per decidere la svolta: la circolare è già scritta, deve solo diventare disposizione ministeriale. Il verdetto arriva stasera e non ci sono elementi per abbandonare la fascia gialla anche se è probabile scivolare in quella arancione per ridurre i contatti.

Fino ad oggi il Veneto è rimasto in area gialla “in virtù dell’algoritmo: non l’hanno fatto quelli del circolo della scopa ma i più grandi scienziati a livello nazionale. L’Rt del Veneto sui tamponi è del 5,7% poi vanno valutati gli altri 20 parametri”. L’analisi si sposta sulle terapie intensive, con il governatore che palesa segnali di nervosismo: “Basta, sono stanco di rispondere ogni giorno a questa polemica assurda: le 1016 postazioni esistono, le potete visitare nei reparti e nei magazzini degli ospedali. Costano 50 mila euro l’una”.

Se questo è lo scenario è evidente che la proposta di prolungare la zona rossa decisa dal governo fino all’11 gennaio non viene presa in considerazione da Zaia. “Capisco il ministro D’Incà che cerca di rendersi utile per il suo Veneto, visto che ha la delega dei rapporti con il Parlamento. Ma le restrizioni sono un fatto tecnico che non competono né a me né all’assessore Lanzarin. Quanto alla riapertura della scuola il 7 gennaio, finalmente il governo ha capito che era meglio tornare in classe al 50% nelle superiori come avevo suggerito io”.Conte e Renzi. Ultimo capitolo: lo scenario politico istituzionale a Roma, che non volge al sereno. Cosa ne pensa Zaia delle beghe tra Renzi e Conte? «Penso che in questa fase molto delicata l’Italia abbia bisogno di stabilità. Mi pare invece che il governo Conte si stia segnalando per le continue ed eccessive turbolenze. Sono convinto che a gennaio qualcosa accadrà. E così potremo capire se i ministri hanno a cuore l’interesse degli italiani o se preferiscono restare incollati alla poltrona. Se la maggioranza rosso-verde verrà sfiduciata in Parlamento non c’è che una strada: tornare a votare subito», dice il governatore. Scommettiamo che Renzi-rottamatore diventa simpatico anche alla Lega e a Zaia?

Albino Salmaso sul Mattino di Padova