Coronavirus e voto a distanza, l’on Diego Zardini (PD) spiega i motivi del suo “sì”. Venerdì 3 diretta FB di un dibattito alla Camera con accademici

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Camera dei deputati per il Coronavirus si vota a distanza
Camera dei deputati
In un momento, quello dell’emergenza Coronavirus, in cui si chiede partecipazione ma sembra che ogni decisione sia solo un mezzo per fare propaganda o, in alternativa, polemica abbiamo chiesto a tutti i parlamentari veneti se sono d’accordo o meno e perché con il voto a distanza durante la pandemia Covid 19. I costituzionalisti sono divisi ma il parlamento europeo già adotta questa modalità per cui, essendo alla fine loro stessi che contribuiranno alla decisione, conoscerne l’opinione è il… minimo sindacale.
On. Diego Zardini (PD)
On. Diego Zardini (PD)

Dopo i vicentini Silvia Covolo (Lega)Pierantonio Zanettin (Forza Italia) e Erik Umberto Pretto (Lega) a prendere posizione è Diego Zardini, deputato veronese del Partito Democratico, membro della X Commissione attività produttive e della Commissione parlamentare per le questioni regionali, che inizia a risponderci con la naturale premessa che “ci sono problemi giuridici, regolamentari, tecnici per accedere ad un voto distanza del Parlamento. Problemi veri. Tuttavia in casi analoghi come al Parlamento europeo, diversi consigli regionali, giunte regionali e comunali stanno avvenendo a distanza“.

Quindi?
I problemi per il Parlamento sono la sicurezza del voto, come libertà, individualità e univocità. Altro problema è la fase di dibattito. Mentre per la presentazione di emendamenti, ordini del giorno l’attuale modalità è già a distanza. Per cui anche se complesso non appare insormontabile superare il gap per arrivare ad un pieno lavoro a distanza del parlamento che non può e non deve smettere la sua attività in questa condizione di emergenza.
D’altronde le forze politiche di opposizione reclamano col governo per un suo coinvolgimento scarso se non mancato
E infatti il Parlamento non si è mai fermato durante l’emergenza Coronavirus per cui appare curioso che alcuni appelli a lavorare venissero proprio da alcuni leader dell’opposizione che hanno la più bassa partecipazione ai lavori, tanto da non essersi accorti dei portoni sempre aperti.
Dov’è il problema allora?
Occorre garantire ogni diritto dei Parlamentari ad una piena partecipazione democratica a tutte le fasi del procedimento legislativo, per dare il proprio contributo, ma va anche tutelata la piena funzionalità fisica e rappresentativa del lavoro parlamentare quale organo legislativo.
Si spieghi meglio
Immaginiamo per un attimo che presenziare nei palazzi, in migliaia tra dipendenti, parlamentari, collaboratori, giornalisti che devono fare informazione, possa portare alla diffusione del Coronavirus a Palazzo, non solo fino a snaturare i rapporti di forza tra maggioranza e opposizione (che sarebbe già un vulnus) ma anche a colpire un numero di parlamentari tale da non garantire il numero legale e impedire di deliberare. Il Paese rischierebbe il blocco totale. Per questo condanno lo stucchevole dibattito sul fatto che i Parlamentari devono lavorare, e personalmente non ho mai lavorato tanto, ma occorre affrontare con serietà discussioni così delicate.
Per questo pur a disposizione di andare a Roma ogni volta necessaria, sono favorevole al voto a distanza.
Finora il sì al voto a distanza è “totalitario” nel nostro mini sondaggio tra i parlamentari veneti, mini solo per la loro (scarsa) partecipazione visto che le domande le abbiamo personalmente poste a tutti.
Ma che l’argomento (anche) da noi affrontato sia importante lo dimostra la prosecuzione del ciclo di incontri dal titolo “Parlamento aperto: a distanza o in presenza?” per discutere proprio sul tema del voto a distanza e delle sedute in videoconferenza.

Domani, venerdì 3 aprile, infatti, dalle 16 è pianificato, come comunicato dall’on. Giuseppe Brescia (M5S), Presidente della Commissione Affari Costituzionali, un nuovo confronto, “partendo dalla discussione tenutasi martedì nella Giunta per il Regolamento della Camera e allargando la prospettiva ad altri Parlamenti, come quello spagnolo“.

Il dibattito si svolgerà nel pieno rispetto delle normative per il contenimento dell’epidemia da Coronavirus in diretta su FB https://www.facebook.com/GiuseppeBresciaM5S e durante la diretta saranno raccolte eventuali domande.

Al confronto, moderato e introdotto, da Giuseppe Brescia, interverranno

  • Salvatore Curreri, professore associato di diritto costituzionale presso l’università “Kore” di Enna
  • Vincenzo Lippolis, professore ordinario di diritto pubblico comparato presso l’università UNINT di Roma e già vicesegretario generale della Camera dei Deputati
  • Nicola Lupo, professore ordinario di diritto delle assemblee elettive presso la Luiss Guido Carli in Roma e già consigliere parlamentare presso la Camera dei Deputati
  • Massimo Luciani, professore ordinario di istituzioni di diritto pubblico presso l’università La Sapienza in Roma
  • Lara Trucco, professoressa ordinaria di diritto costituzionale presso l’università di Genova
  • Roberta Calvano, professoressa ordinaria di diritto costituzionale presso l’università di Roma Unitelma Sapienza

Qui gli interventi di parlamentari vicentini e veneti sul voto a distanza

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