Bonus sanificazione, Cavion (Confartigianato Imprese Vicenza): “burocrazia riduce beneficio aziende”

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Contagi e morti sul lavoro da coronavirus
Contagi e morti sul lavoro da coronavirus

Gianluca Cavion, vice presidente di Confartigianato Imprese Vicenza, evidenzia in una nota le criticità del Decreto Rilancio per quanto riguarda la sicurezza degli ambienti di lavoro, a carico delle aziende, che potranno però in cambio delle spese sostenute disporre di un credito d’imposta. Nel Decreto Rilancio (articolo 125) è infatti previsto un credito imposta per le aziende in merito all’attività di sanificazione e all’acquisto di dispositivi di protezione (DPI). Tutte le imprese, a seguito dell’emergenza Covid-19 e per adeguarsi alle indicazioni INAIL in tema di tutela del personale e dei clienti, hanno sostenuto e continueranno a sostenere tali spese. Ampia è la lista delle voci ammesse: mascherine, prodotti detergenti e disinfettanti, termometri, pannelli divisori, sanificazione dei locali aziendali e degli strumenti di lavoro. Un provvedimento per il quale sono stati stanziati 200 milioni di euro. Il credito d’imposta cui possono accedere le imprese è pari al 60 per cento delle spese sostenute nell’anno 2020, con un massimo di credito usufruibile di 60mila euro.

«Il rischio è che la burocrazia, la vasta platea dei soggetti interessati e delle spese ammesse, nonché l’incertezza di quantificare realmente il bonus, alla fine porti benefici ridotti alle imprese – spiega Cavion -. Non solo, c’è da sottolineare anche la scelta delle tempistiche. Il 20 luglio, data di apertura per l’invio delle domande, coincide con altre incombenze quali il versamento delle imposte derivanti dalla dichiarazione dei redditi e dell’Irap, per le quali da più parti è stato chiesto uno slittamento a fine settembre, che a meno di una settimana dalla scadenza ancora non è certo. Si dirà, però, che c’è tempo fino al 7 settembre per la domanda: ma di mezzo per qualcuno c’è la pausa estiva, e poi di nuovo si è a ridosso di altre scadenze fiscali e tributarie”.

“Infine – conclude Cavion – si chiede alle imprese di quantificare quanto prevedono di spendere entro il 31 dicembre: come è possibile fare questo tipo di previsione qualcuno dovrà spiegarlo, dal momento che attualmente nessuno è in grado di dire cosa succederà da settembre a dicembre. Insomma, come in altri casi l’idea del bonus è buona ma è la sua messa in pratica che ha più di qualche lacuna”.