Congresso Legacoop a Vicenza, Rizzi confermato presidente: “cambiare l’Italia cooperando”

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Intervento ministro Stefani a Legacoop

In continuità con i due precedenti mandati e il percorso finora intrapreso Adriano Rizzi è riconfermato alla guida di Legacoop Veneto – riporta un comunicato – per i prossimi quattro anni: a votarlo presidente all’unanimità la Direzione regionale eletta nel corso dell’undicesimo congresso dell’associazione, tenutosi al Viest Hotel di Vicenza. «Ci aspetta un lavoro stimolante e impegnativo – ha commentato Adriano Rizzi –, che sapremo sostenere grazie a un sistema associativo cresciuto e rafforzato dal punto di vista delle professionalità e delle competenze. A ispirarci saranno sempre i cinque pilastri del manifesto nazionale della cooperazione “Cambiare l’Italia cooperando”: lavoro, innovazione, legalità, welfare, sostenibilità».

Classe 1960, veneziano, laureato in lingue e letterature straniere, Rizzi è amministratore e direttore dell’area Nord di Coopculture, cooperativa di servizi culturali operante su tutto il territorio nazionale; è membro della Direzione nazionale di Legacoop e ricopre, fra le altre cariche, anche quella di consigliere di Cooperare spa, società finanziaria di Legacoop con sede a Bologna. È anche componente della Giunta camerale della Camera di Commercio di Venezia e Rovigo e del Cda di Coop Alleanza 3.0.

Tra i fronti di impegno del suo prossimo mandato, in stretta connessione con il precedente, figura il consolidamento dell’Alleanza delle cooperative italiane del Veneto (Aci) che dovrà riunire in un’unica associazione le tre centrali cooperative (oltre a Legacoop, Confcooperative e Agci): «Il percorso fatto finora è debole, poco convinto e manchevole di concretezza – ha riconosciuto sempre Rizzi, che ha rimarcato –: eppure avrebbe potuto rendere il mondo della cooperazione veneta più forte e dare rappresentanza unitaria alle sue istanze. Anzitutto sul versante di una necessaria nuova legge regionale sulla cooperazione – la cui assenza ha il sapore del paradosso se si pensa al ruolo e al peso della cooperazione in Veneto –, come su quello dell’affermazione della legalità e della lotta alla false cooperative».

E sul tema della legalità è intervenuto anche Mauro Lusetti, presidente nazionale di Legacoop, che ha evidenziato: «Come movimento cooperativo siamo sempre stati molto attenti, alzando molto l’asticella per i comportamenti e le scelte delle nostre associate. E siamo gli unici nel panorama imprenditoriale a chiedere, con una legge di iniziativa popolare per cui abbiamo raccolto più di 100mila firme, di innalzare il livello di controllo e contrasto nei confronti delle false cooperative». «Ma non ci sono solo false cooperative – ha continuato –, ci sono anche false imprese, che lo Stato ha il dovere di contrastare con adeguati mezzi. C’è poi un tema tutto culturale di recupero di livelli di eticità consoni da parte della classe imprenditoriale. Chi delinque non può essere visto come il furbo di turno che ce l’ha fatta: sta rubando prospettive e risorse ai giovani e a questo Paese e va espulso dalla comunità economica e punito opportunamente».

Riguardo all’impegno dell’organizzazione veneta verso le associate, anche nelle linee guida del prossimo mandato emerge come filo rosso il potenziamento del sistema dei servizi, a partire da quelli di formazione e consulenza tramite la sua società di servizi Isfid Prisma: «In questi anni, pur senza mai rinunciare al nostro ruolo di rappresentanza politico-sindacale, abbiamo saputo leggere i profondi cambiamenti di scenario in cui si trovano a operare le nostre imprese, e con servizi efficaci le abbiamo supportate nell’affrontarli» ha spiegato ancora Rizzi. «Ma le sfide sono ancora tante, in particolare in tema di innovazione e nuovi mercati: aiutare le cooperative a coglierle significa anche continuare a compiere come cooperazione il nostro ruolo per il territorio, contribuendo a fare buona impresa e a generare economia e occupazione, e al contempo proponendo un modello di economia e di sviluppo sostenibili e inclusivi».

Oggi l’associazione conta 374 cooperative associate con sede in Veneto o comunque operanti nella regione, per un totale di 408.405 soci, 31.682 addetti, un valore della produzione pari a 2,6 miliardi di euro. Resta confermata la buona tenuta delle imprese negli anni della crisi. Anni in cui le cooperative complessivamente aderenti a Legacoop Veneto hanno generato occupazione, incrementando il numero degli addetti, passati dai 26.905 del 2012 ai 31.682 nel 2017, e segnando un +17,76%. L’analisi delle variazioni percentuali relative agli stessi sei anni evidenzia anche un incremento del valore della produzione pari al 12,28%. Sono i settori di Culturmedia (cultura e turismo) e del Welfare ad aver registrato performance molto positive rispetto a tutti e tre gli indicatori; anche il Settore Agroalimentare ha visto ottime dinamiche di crescita relativamente agli addetti (+18,27%) e al valore della produzione (+56,77%).

È un sistema che negli anni compresi tra il 2011 e il 2018 ha visto il proprio tessuto imprenditoriale regionale mutare pelle e rinnovarsi ampiamente: basti pensare che il 51% (177) delle sole associate con sede in Veneto al 31 dicembre 2018, a gennaio 2011 non erano aderenti, e nel quadriennio 2014-2018 le nuove adesioni sono state ben 109. È dunque evidente il ricambio della base associativa, anche guardando alla composizione dei diversi settori.

Fattore del successo di Legacoop Veneto e senz’altro punto saldo pure per i prossimi anni è anche la promozione di nuova cooperazione, da un lato con il sostegno a startup innovative, dall’altro con il supporto a operazioni di workers buyout. E sono sette, dal 2010 ad oggi, le nuove cooperative industriali costituite da ex lavoratori di aziende fallite o in profonda crisi.

E proprio sottolineando il ruolo della cooperazione e il valore dei wbo, l’assessore al Lavoro della Regione Veneto Elena Donazzan intervenuta al Congresso, ha detto: «La cooperazione è molto più di una mera suddivisione degli utili fra i soci, è la promozione di una fitta rete di relazioni tra i principali soggetti del tessuto economico e produttivo del territorio. Come appunto fatto in questi anni da Legacoop Veneto, che in deserti pieni di ombre è riuscita a riaccendere speranze: penso in particolare alle esperienze di workers buyout, tutte del manifatturiero, che grazie al supporto di Legacoop hanno generato 250 soci cooperatori e salvato altrettanti posti di lavoro».

«In un panorama come quello di oggi dove ci sono trasformazioni continue del mercato e della società la capacità che ha il sistema cooperativo di commisurarsi con queste nuove sfide è grandissima – ha infine dichiarato Erika Stefani, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie –. Mi congratulo con il sistema associativo di Legacoop Veneto per quanto è riuscito a fare, per la capacità di valorizzare il sistema, e di affrontare momenti non facili in cui le contribuzioni pubbliche si sono ridotte e di dare risposte alle richieste di rappresentanza»

Oltre 200 i delegati intervenuti all’assemblea, rappresentanti dei diversi settori Consumo, Produzione e Servizi, Welfare, Agroalimentare/Pesca, Culturmedia, 27 dei quali sono stati eletti delegati per il 40° congresso nazionale (Roma, dal 16 al 18 aprile 2019). Eletti anche i 54 componenti della nuova Direzione di Legacoop Veneto, di cui oltre il 59% alla prima nomina, più del 44% donne.