Con l’Ascoli il paradosso del Lr Vicenza: prima vittoria al Menti (2-1) e un passo indietro nel gioco

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LR Vicenza - Ascoli 2-1
LR Vicenza - Ascoli 2-1 (foto di archivio)

Al Menti, i biancorossi non vincevano dal 19 gennaio, dalla 22a giornata dello scorso campionato di Serie C (Vicenza-Carpi 1-0). I tre punti in casa non arrivavano da undici mesi ma, in realtà, da sole sei partite. I tempi del virus sono molto dilatati.
Il successo con l’Ascoli (2-1) sarà ricordato solo per l’epilogo del match e mi riferisco al gol del difensore Emanuele Padella al 4° e penultimo minuto del recupero finale. Se ci fossero stati due cambi in meno, e quindi l’over time fosse durato 60 secondi di meno, il risultato sarebbe stato un pareggio.
Non c’è molto altro di memorabile in questa, che è l’undicesima gara del Vicenza in campionato. Salvo, forse, il gol di Riccardo Meggiorini, al minuto 9, che aveva fatto sperare in una partita finalmente in discesa per i biancorossi. La marcatura dell’ex Chievo è stata facile facile, un rigore in movimento, ma, se il gesto tecnico non è stato eclatante, è invece ammirevole la bravura del giocatore nel trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Come era stato a Pescara, quindi non si tratta di una casualità. Meggiorini ha 35 anni e ciò significa esperienza da vendere: non dev’essere difficile per lui prevedere lo sviluppo dell’azione ed arrivare puntuale alla finalizzazione.
È giusto però evidenziare che, a Vicenza, non si era presentato come attaccante d’area quanto piuttosto con le caratteristiche di punta esterna, quasi di rifinitore. Merito dell’allenatore la sua metamorfosi in bomber, oltre che – beninteso – delle qualità del giocatore di Isola della Scala. Che in carriera è stato comunque attaccante da doppia cifra: a Cittadella 14 gol nel 2007-2008, in C1, e 18 (terzo in classifica marcatori della B) nel 2008-2009.
In Meggiorini il Vicenza ha trovato l’uomo gol che, a inizio campionato, si dubitava ci fosse nel sestetto messo a disposizione di Di Carlo. Sei reti in undici presenze rappresentano un bilancio notevole e promettente, anche se una media come quella attuale (quasi una marcatura ogni due presenze) è impegnativa da mantenere fino al termine del campionato.
Chiusa la parentesi sull’attuale miglior marcatore del Vicenza, l’analisi torna alla partita con l’Ascoli e le conclusioni non possono essere positive. Perché, paradossalmente, questa vittoria ha segnato un indiscutibile regresso anche a confronto con la precedente trasferta a Cittadella, in cui i biancorossi avevano, nel primo tempo, tenuto testa ai granata impedendo loro di sviluppare la consueta costruzione del gioco. Non aveva giocato bene il Vicenza ma aveva fatto giocare male la squadra allenata da Venturato. I noti limiti in fase offensiva avevano impedito ai vicentini di risultare pericolosi ma la porta difesa da Perina era rimasta inviolata. Nella ripresa c’era stato il crack, provocato più dalla crescita tattica del Citta e dalla superiore qualità dei suoi giocatori che da un vero e proprio tracollo dei biancorossi.
Quattro giorni dopo le cose sono andate in modo diverso. All’Ascoli, dopo l’1-0, è stata lasciata la possibilità di prendere in mano progressivamente, la gara come si è ben visto soprattutto nel secondo tempo. Con attaccanti più pericolosi i bianconeri sarebbero forse riusciti non solo a pareggiare ma addirittura a passare in vantaggio. Proprio questa è stata l’impressione, o meglio: il timore, che trasmettevano i minuti finali della partita. Un Ascoli sempre più padrone del campo e pericoloso e un Vicenza arroccato e timido.
Poi c’è stato il miracolo nel recupero, prima l’inatteso acuto con il missile di Giacomelli e, sugli sviluppi, il raddoppio di Padella. Tre punti e tutti a casa. Ma i problemi restano e il tempo per risolverli è davvero ridotto in questo concitato calendario di fine anno. Ci sono prima di tutto le difficoltà di mandare in campo una formazione omogenea, composta cioè di giocatori con uguale stato di forma, e da un mese in qua ciò non è stato possibile per Di Carlo che ha dovuto fare i conti prima con le positività al Covid e poi con gli infortuni. In queste condizioni l’allenatore ha dovuto rinunciare al turn over dei giocatori, che aveva praticato nelle prime partite, per puntare a metterne insieme undici in grado di reggere una partita. Mica facile con tre gare alla settimana da affrontare.
Di Carlo è stato aiutato dall’emergere di alcuni dei suoi, prima di tutto Dalmonte che in alcune occasioni si è dimostrato il vero uomo squadra, nel doppio ruolo di esterno offensivo e di realizzatore. Un altro che è ha dato qualcosa più degli altri è stato Beruatto, un terzino che – al netto di qualche ammonizione di troppo – è sempre stato una certezza nelle due fasi sulla fascia mancina. Il terzo pilastro è Meggiorini, ma di lui abbiamo già parlato.
Il punto debole del Vicenza invece mi sembra il centrocampo. Il reparto ha gli uomini contati nei ruoli centrali e manca di un play maker. Anche gli esterni alti, di cui la squadra è ampiamente dotata, sono decimati dagli infortuni tant’è che Di Carlo ha dovuto inventarsi Guerra in quel ruolo, a dire il vero con risultati soddisfacenti solo a Monza.
La pezza, insomma, bisognerebbe metterla proprio in mezzo al campo, dove i biancorossi hanno perso gli ultimi confronti con i reparti avversari. Ma con quali giocatori? A disposizione ci sono Rigoni, Cinelli, Da Riva e Zonta, quattro per due posti. Pochi, onestamente, per un campionato così difficile e con impegni frequenti. L’obbiettivo numero uno del prossimo calciomercato è chiaro.

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Gianni Poggi
Gianni Poggi risiede e lavora come avvocato a Vicenza. È iscritto all’Ordine dei giornalisti come pubblicista. Le sue principali esperienze giornalistiche sono nel settore radiotelevisivo. È stato il primo redattore della emittente televisiva vicentina TVA Vicenza, con cui ha lavorato per news e speciali ideando e producendo programmi sportivi come le telecronache delle partite nei campionati del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi, i dopo partita ed il talk show «Assist». Come produttore di programmi e giornalista sportivo ha collaborato con televisioni locali (Tva Vicenza, TeleAltoVeneto), radio nazionali (Radio Capital) e locali (Radio Star, Radio Vicenza International, Rca). Ha scritto di sport e di politica per media nazionali e locali ed ha gestito l’ufficio stampa di manifestazioni ed eventi anche internazionali. È stato autore, produttore e conduttore di «Uno contro uno» talk show con i grandi vicentini della cultura, dell’industria, dello spettacolo, delle professioni e dello sport trasmesso da TVA Vicenza. Ha collaborato con la testata on line Vvox per cui curava la rubrica settimanale di sport «Zero tituli». Nel 2014 ha pubblicato «Dante e Renzo» (Cierre Editore), dvd contenente le video interviste esclusive a Dante Caneva e Renzo Ghiotto, due “piccoli maestri” del libro omonimo di Luigi Meneghello. Nel 2017 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza il documentario «Vicenza una favola Real» che racconta la storia del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi e G.B. Fabbri, distribuito in 30.000 copie con il quotidiano. Nel 2018 ha pubblicato il libro «Da Nobile Provinciale a Nobile Decaduta» (Ronzani Editore) sul fallimento del Vicenza Calcio e «No Dal Molin – La sfida americana» (Ronzani Editore), libro e documentario sulla storia del Movimento No Dal Molin. Nel 2019 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza e Videomedia il documentario «Magico Vicenza, Re di Coppe» sul Vicenza di Pieraldo Dalle Carbonare e Francesco Guidolin che ha vinto nel 1997 la Coppa Italia. Dal 9 settembre è la "firma" della rubrica BiancoRosso per il network ViPiù, di cui cura anche rubriche di cultura e storia.