Chiamata alla didattica in presenza di Draghi, Agorà. La Filosofia in piazza: obbediamo, a scuola il pomeriggio, la sera, nel fine settimana, a luglio e agosto!

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Didattica e lezioni a distanza
Didattica e lezioni a distanza

di Michele Lucivero e Andrea Petracca

In un passaggio cruciale del discorso tenuto al Senato il 17 febbraio il prof. Mario Draghi ha sostenuto che «La diffusione del Covid ha provocato ferite profonde nelle nostre comunità, non solo sul piano sanitario ed economico, ma anche su quello culturale ed educativo. Le ragazze e i ragazzi hanno avuto, soprattutto quelli nelle scuole secondarie di secondo grado, il servizio scolastico attraverso la Didattica a Distanza che, pur garantendo la continuità del servizio, non può non creare disagi ed evidenziare diseguaglianze».

Bravo prof. dott. Draghi, finalmente uno che capisce qualcosa di scuola!

Ecco, noi che nella scuola ci stiamo, l’avevamo chiaramente affermato sin dalla prima ora che la didattica a distanza non funziona in tutto il Paese. Era il 9 marzo 2020 quando abbiamo cominciato a giocare con la DaD, poi il 30 maggio 2020 in occasione del centenario della nascita di Gianni Rodari siamo tornati sul tema delle diseguaglianze della DaD, cercando di argomentare il 2 giugno e il 5 giugno sui motivi pedagogici per cui non funzionava e sull’inedito spaesamento generato delle solitudini prossemiche della vita davanti allo schermo. Ad un certo punto poi, finalmente, l’anno scolastico è terminato, abbiamo chiuso i portoni delle scuole, lasciando le ragazze e i ragazzi contenti per la promozione, mentre noi abbiamo provato a fare un bilancio: era il 12 giugno e speravamo di poterci lasciare alle spalle quel surrogato di relazione educativa, ma poi abbiamo messo in scena gli inderogabili esami di maturità, più che altro per mera formalità, e il 19 luglio noi l’abbiamo testimoniato.

Ecco, potremmo continuare a sciorinare, come se noi docenti volessimo comprensione e riconoscimenti dai politici, tutti gli articoli in cui abbiamo cercato di dimostrare che non basta dotare gli studenti di dispositivi informatici per ricreare la relazione educativa, che una scuola votata al motto sorvegliare e pulire quella relazione la sgretola e che occorrono investimenti mirati ed un progetto serio, pensato a medio termine, condiviso e finalizzato a rimodulare i tempi e gli spazi (i luoghi) del sistema educativo.

Insomma, prof. dott. Draghi, noi l’abbiamo sostenuto sin dall’inizio che così la scuola non poteva funzionare, che la DaD, imposta dal Ministero e che la scuola ha dovuto obtorto collo organizzare, creava enormi disuguaglianze sociali, soprattutto tra i vari ordini di scuola. Abbiamo anche evidenziato che i bambini della primaria erano troppo piccoli per le video conferenze, che gli studenti delle medie superiori dopo cinque ore al mattino trascorse di fronte al video – e, almeno, altre due al pomeriggio, necessarie allo studio – difficilmente potevano sviluppare un apprendimento significativo: dove sono le ricerche scientifiche e i protocolli che dimostrano il contrario?

Ma, allora, Presidente prof. dott. Draghi, quello che noi ci chiediamo è perché abbiamo continuato a proporla la DaD? Perché noi docenti non abbiamo smarcato le ferie durante il lockdown di marzo e aprile, per poi riprendere a fare realmente lezione a luglio e ad agosto, mentre la sera ce ne andavamo al ristorante, in discoteca, nei luoghi superaffollati in cui gli assembramenti si potevano anche fare, essendo caduto l’obbligo della mascherina? Perché continuare a prenderci in giro, costringendo i ragazzi e le ragazze a stare incollati ad un computer a fare finta di essere a scuola, quando poi hanno tutte e tutti capito che sarebbero stati promossi?

Ma si ricorda, caro prof. dott. Draghi, che a settembre abbiamo aperto tutto perché si doveva necessariamente andare a votare? Ecco, in quel caso che la scuola sia stata chiusa un’altra settimana non ha fatto grande notizia, perché in fondo non interessava a nessuno: né ai politici né ai giornali prezzolati al soldo dei politici.

Ebbene, caro Presidente, sconfessata l’efficacia della DaD e della didattica on demand, come quella voluta in Puglia da Emiliano, lei ci chiama alle armi della didattica vera, quella in presenza e noi ci siamo.

Care famiglie, state tranquille, se necessario, noi ci prendiamo cura della formazione dei vostri figli al pomeriggio, nel fine settimana, nei mesi di giugno e luglio, potenziando musica e sport come dice Donazzan. E allora perché non ad agosto, con corsi di ballo e nuoto? Oppure la sera, dopo cena, quando ci si riunisce, dopo una giornata di lavoro, davanti alla TV e si fa a gara per scegliere cosa guardare…

«Oggi siamo un po’ stanchi… ha qualcosa di leggero da proporci?»

«Manzoni?»

«No, no per carità…»

«Dante?»

«Si meglio, però mi scusi, tengo la web spenta… lei continui pure la lezione…»


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a cura di Michele Lucivero

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