Chat “venete” di Palamara, Zanettin: “nella mia chiedevo un parere su aumento di organico dei magistrati. Lecite anche quelle con togati veneti”

233
Luca Palamara al cellulare
Luca Palamara al cellulare

Oggi la stampa veneta, tutta o quasi visto che Il Giornale di Vicenza non ne fa cenno, pubblica le chat dei magistrati veneti con Luca Palamara. Il Corriere del Veneto, ad esempio, titola: "Raccomandazioni, consigli, richieste di intervento: l’ex membro del Csm aveva fitte relazioni a Nordest. Anche con Cherchi, capo della procura di Venezia".

On. Pierantonio Zanettin, tra le altre chat, tra cui quelle frequenti col procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi, spunta anche quella con lei, deputato e avvocato oltre che ex membro del Csm.

Con Luca  Palamara ho condiviso quattro anni di consiliatura al Csm. È del tutto normale che intrattenessi con lui rapporti di colleganza e familiarità, che onestamente ho conservato anche dopo aver lasciato il CSM.

Cosa possiamo dire dei contenuti di queste chat?

Dalle chat, pubblicate oggi, almeno per quanto riguarda i magistrati veneti, non emerge alcunché di illegale, né di illecito. Appare evidente, invece, la familiarità e talvolta la disinvoltura, con le quali, soprattuto i consiglieri togati, trattano le pratiche del CSM con i magistrati interessati.

Di cosa parlavate con Palamara quando gli chiede «al volo un parere emendamento appena presentato dal governo» sulle piante organiche?

Avevo già lasciato il consiglio perché eletto deputato. In occasione della legge di bilancio 2019 gli chiedevo un parere sull’aumento di organico dei magistrati, previsto nel testo del Governo.
Devo dire che, a rigore, la mia chat di deputato non avrebbe dovuto confluire nel fascicolo processuale, senza preventiva autorizzazione della Camera dei Deputati, ma non ho ritenuto di formulare obiezioni, tanto non avevo nulla da nascondere.

A che punto è la riforma del Csm?

E’ passato più di un anno da quando ”l’affaire Palamara” è scoppiato ed il Ministro Bonafede continua ad annunciarla, ma in parlamento non è ancora arrivata.
Tra l’altro è un disegno di legge delega, non un decreto legge .
Si possono ipotizzare, quindi, tempi molto lunghi per l’approvazione, anche perché le diverse correnti appaiono molto divise.
Tra due anni si dovrà votare il nuovo Csm e non è escluso, che, con queste premesse, la riforma resti nel cassetto.

Italian style...

Sei arrivato fin qui?

Se sei qui è chiaro che apprezzi il nostro giornalismo, che, però, richiede tempo e denaro. Se vuoi continuare a leggere questo articolo e per un anno tutti i contenuti PREMIUM e le Newsletter online puoi farlo al prezzo di un caffè, una birra o una pizza al mese.

Grazie, Giovanni Coviello

Sei già registrato? Clicca qui per accedere