Caccia fuori dal proprio Comune in zona arancione: Zanoni (PD) e Guarda (Verdi) insieme per farla ritirare

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Un cacciatore
La circolare della regione Veneto che consente la caccia fuori dal proprio Comune in zona arancione mobilita Cristina Guarda (Verdi) e Andrea Zanoni (PD) per chiederne il ritiro.
Cristina Guarda, consigliera Regionale Europa Verde
Cristina Guarda, consigliera Regionale Europa Verde

Zanoni e Guarda hanno, infatti, scritto alla Giunta perché, di fronte ad un’emergenza sanitaria e alle condizioni degli ospedali veneti “una deroga di questo tipo – puntualizza il consigliere regionale dei Verdi – rasenta la sfacciataggine nel suo essere insensata. 191 morti. Praticamente il 30% dei morti per Covid in Italia ieri, sono in Veneto.

2.655 positivi. Praticamente il 23% dei positivi al Covid in Italia ieri, sono in Veneto. Le feste han fatto abbassare la guardia a molti. Anche alla Regione Veneto che, in un raptus filo-caccia, si dedica a rispondere alle priorità dei suoi Veneti più importanti: i cacciatori.
Non i medici, gli Oss (Operatori socio sanitari) e gli infermieri che chiedono solo tamponi molecolari, ormai esasperati dal proliferare del virus negli ospedali.
Non le case di riposo, le residenze per disabili che boccheggiano, per i numeri di casi, di deceduti, di personale malato, per i costi ormai al limite…”
“I cacciatori – conclude l’esponente dei Verdi Cristina Guarda – sono priorità delle scelte politiche regionali, con il diritto, in pieno divieto, di uscire dal Comune, di andarsene dove vogliono.
Insomma… la caccia vale come il lavoro, l’emergenza sanitaria o l’urgenza inderogabile di assistere un parente non autosufficiente. Sulla base di quale merito o considerazione giuridica? La valenza sociale di una pratica violenta che priva di vita un essere vivente, per caso? O forse il peso elettorale dei cacciatori?”.
Andrea Zanoni, Consigliere regionale del Veneto
Andrea Zanoni, Consigliere regionale del Veneto

“La caccia – incalza Andrea Zanoni – non è una necessità e sparare agli animali non può essere considerato un motivo valido per uscire dal proprio Comune. Visto che siamo in zona arancione non per ‘sfizio’, ma per contrastare la diffusione di un virus devastante, sarebbe doveroso non inventarsi deroghe bizzarre per allargare le maglie. Invito perciò Zaia a ritirare la circolare regionale del 28 dicembre che consente di cacciare anche al di fuori del Comune di residenza”.

È quanto chiede Andrea Zanoni, consigliere del Partito Democratico, primo firmatario di un’interrogazione sottoscritta dalle colleghe del gruppo Anna Maria Bigon e Vanessa Camani, da Cristina Guarda di Europa Verde e dallo speaker dell’opposizione Arturo Lorenzoni.

“Il Dpcm del 3 dicembre parla chiaro – aggiunge Zanoni -: ‘comprovate esigenze lavorative, di studio, motivi di salute, situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili’; non è prevista alcuna deroga per attività ludiche o sportive. Siamo di fronte a una concessione sconcertante fatta in favore dei soliti amici, che in realtà rischiano multe da 400 a 1000 euro perché stanno violando la legge. La circolare, oltretutto, è in contrasto con quella inviata la scorsa settimana dalle polizie provinciali alle associazioni venatorie, in cui si confermava il divieto di spostarsi in un altro Comune. Troviamo gravissimo che la Regione in un momento in cui, nonostante le misure di prevenzione, il numero dei contagi e dei decessi continuano a correre, i più alti d’Italia, anziché stringere ulteriormente le maglie di propria iniziativa preferisca allargarle. Non è accettabile che ai ‘normali cittadini’ si chiedano, comprensibilmente, ulteriori sacrifici per proteggere se stessi e gli altri, mentre i cacciatori possono essere liberi di spostarsi fuori dal proprio Comune di residenza per raggiungere le aziende faunistico venatorie, gli Atc e i comprensori alpini di cui fanno parte”.