Borgo Berga, lettera di diffida dal Ministero sul vincolo paesaggistico. I comitati: “il Comune di Vicenza l’ha nascosta”

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La Direzione Generale del Ministero dei Beni Culturali, con una lettera (clicca qui per l’originale) datata 11 dicembre 2018 indirizzata al Comune di Vicenza e alla Regione Veneto «… invita e diffida codesto Comune, entro e non oltre 60 giorni dalla ricezione della presente ad annullare i titoli edilizi privi della presupposta autorizzazione paesaggistica». Il Ministero inoltre invita: «La Soprintendenza a vigilare sull’adempimento a quanto sopra». Una dura missiva sul complesso edilizio di Borgo Berga che è stata recuperata dagli uffici comunali grazie al consigliere Ciro Asproso.

Quindi la domanda che poniamo, e che porterebbe a un fatto gravissimo sulla vicenda, è: a Palazzo Trissino hanno nascosto la lettera?

È un dato di fatto”, rispondono i rappresentanti dei comitati che hanno convocato una conferenza stampa urgente in questo sabato 22 dicembre. Sono le associazioni Italia Nostra, Legambiente, Civiltà del Verde e Comitato Contro gli Abusi Edilizi.

Siamo andati al Mibact il 28 luglio 2018 – esordisce il geologo Roberto Rech di Italia Nostra – per denunciare l’irregolarità nel rilascio dei titoli edilizi nell’area, in quanto privi dell’autorizzazione paesaggistica, dopo aver raccolto i pareri di stimati ingegneri idraulici come Alessandro Passaro e Luigi Dal Paos, o dell’architetto Carlo Costantini, fino a quello di Paolo Maddalena, ex presidente della Corte Costituzionale”.

“Fino al 2013 – spiega Paolo Crestanello del Comitato Contro gli Abusi Edilizi – gli uffici comunali riconoscevano la tutela vincolistica nell’area ex Cotorossi, rilasciando le relative autorizzazioni paesaggistiche, salvo poi, incomprensibilmente, comunicare al lottizzante, con nota 1 gennaio 2014, che: «i terreni in oggetto non sono sottoposti a vincolo paesaggistico». A giustificazione del mutato orientamento, la tesi che l’area ex Cotorossi sarebbe “assimilabile” a quelle che la legge espressamente esclude dal vincolo. Per tale ragione gli attuali titoli edilizi non sono corredati dall’autorizzazione paesaggistica”.

“Ma è di parere contrario – spiega la professoressa Francesca Leder di Civiltà del Verde – la Soprintendenza di Verona che il 25 settembre 2014 scriveva all’allora sottosegretario ai Beni Culturali: «L’area racchiusa tra due corsi d’acqua è soggetta alla tutela prevista dall’art. 142 del D.lgs. 42/2004».

Le Associazioni ambientaliste hanno contestato le tesi comunali con un esposto inviato al Ministero già il 17 novembre 2017. Nella lettera arrivata dieci giorni fa c’è anche un richiamo alla Regione circa i doveri di vigilanza nei confronti dei Comuni, enti sub delegati, ad applicare correttamente le normative in materia di tutela paesaggistica.

Il Comune ora dovrà aprire un procedimento – concludono le associazioni – e ci saranno conseguenze anche per il privato”.