Arcigay Vicenza scrive a Zaia: “delusi da riconferma Donazzan, contraria a diritti LGBT”

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Il direttivo di Arcigay Vicenza, dopo essere sceso in piazza ieri per chiedere una legge contro omotransfobia e misoginia, ha scritto una lettera al presidente della regione Veneto Luca Zaia in merito al disegno di legge Zan. “Gentile Presidente Luca Zaia, in questi giorni in cui la Camera dei Deputati si sta preparando a discutere il ddl in oggetto, siamo rimasti esterrefatti dalle scelte che Lei proprio oggi, sabato 17 ottobre, ha compiuto in merito alle attribuzioni delle deleghe per la nuova giunta regionale da Lei presieduta”.

“Mentre il Parlamento si accinge a intraprendere una strada che intende portare alla parità di diritti, Lei invece si muove in una direzione iper-conservatrice – spiega l’associazione – che, anziché al riconoscimento di una piena uguaglianza dei cittadini, mira piuttosto al mantenimento di uno status quo potenzialmente discriminatorio per gli individui che fanno parte della comunità LGBTQ. Fra i quali, ci preme ricordarLe, ci sono certamente anche Suoi elettori. Delle scelte da Lei compiute oggi, a colpirci maggiormente è certo quella della riconferma all’Assessora Elena Donazzan delle deleghe all’istruzione, quando la stessa si è più volte espressa apertamente contro il riconoscimento di una pari dignità delle persone LGB e TQ nella società e quindi, inevitabilmente, anche nelle scuole di cui è responsabile a livello
regionale. Questo negli stessi giorni in cui l’approvazione del ddl contro la discriminazione sulla base di sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere porterebbe al riconoscimento dell’importanza di discussioni rispetto alla parità di genere e alle tematiche di identità sessuale, per mezzo di curricula specifici”.

“Cogliamo quindi l’occasione per ricordarLe che i cittadini e le cittadine LGB e TQ non sono cittadine e cittadini di seconda o terza classe, non sono persone che per vezzo chiedono riconoscimenti indebiti e immotivati. Chiedono di essere trattati allo stesso modo di tutti gli altri, di non rischiare di divenire oggetto di atti di bullismo scolastico, di non rischiare il posto di lavoro qualora dovessero fare coming out, di non sentirsi costantemente in pericolo quando escono di casa perché potrebbero incontrare qualcuno che li aggredisce, verbalmente e fisicamente”.

“Vale anche la pena di ricordarLe che le cittadine e i cittadini LGB e TQ sono non solo elettori, ma anche parte integrante del tessuto economico e sociale della nostra Regione, come del resto della Nazione, sono contribuenti, liberi professionisti, dipendenti pubblici, operai,
artigiani. In una parola sola sono uguali a tutti gli altri, se non per il fatto di far parte di una minoranza, come detto, legata all’identità sessuale” prosegue la lettera.

“Vogliamo avere la speranza – conclude l’associazione – che la nuova giunta disconfermi le nostre aspettative e che le nomine cui abbiamo assistito oggi non siano la conferma di un
approccio conservatore e ideologizzato, ma che invece siano in grado di portare avanti politiche in discontinuità con quelle a cui abbiamo assistito fino ad oggi. Noi osserveremo vigili, ma non staremo a guardare in silenzio”.