Annali Vicentini: Anno 1280, il Tempio dedicato a San Lorenzo

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San Lorenzo

In latino Laurentius. Martire e diacono. Nato ad Osca, Spagna nel 225 morto a Roma, 10 agosto 258. Patrono dei cuochi, librai, lavoratori del vetro, bibliotecari. Patrono dello Sri Lanka, Grosseto, Tivoli, compatrono di Roma e Perugia. Martirizzato a Roma, nel 258 durante le persecuzioni dell’imperatore Valeriano. La Chiesa cattolica lo venera come santo. Giovanissimo, fu inviato a Saragozza per completare gli studi umanistici; fu qui che conobbe il futuro papa Sisto II°. Tra maestro e allievo iniziò quindi un’amicizia e stima reciproche. In seguito entrambi, lasciarono la Spagna per trasferirsi a Roma. Il 30 agosto 257 Sisto fu eletto vescovo di Roma e affidò a Lorenzo le attività caritative della diocesi di Roma. Nell’agosto 258 l’imperatore Valeriano emanò un editto secondo il quale tutti i vescovi, diaconi e presbiteri dovevano essere messi a morte. Prefetto di Roma era Daciano. Lorenzo, aveva 33 anni, il 10 agosto, fu sorpreso mentre celebrava l’eucarestia nelle catacombe di Pretestato, fu bruciato su una graticola. Con l’avvento di Costantino che, edificò un oratorio nel luogo del martirio, Lorenzo divenne uno dei martiri più venerati della Chiesa di Roma. Il Tempio di San Lorenzo, semplice ed austero, eretto nel 1280 dai Francescani, è una delle chiese più ragguardevoli della città con il suo campanile coevo è, tra i luoghi sacri più visitati di Vicenza. Posto su una artistica piazza, il cui toponimo è stato cancellato con la morte di Antonio Fogazzaro. La ridente e silenziosa piazzetta, ha fronte il Palazzo barocco dei nobili Repeta datato 1706, la statua del poeta vicentino Giacomo Zanella serenamente pensoso, forse disturbato dai getti della moderna fontana. La grandiosa porta, come quelle di tante chiese antiche, ha due leoni che reggono le colonne principali, per San Carlo Borromeo, il leone, significava la vigilanza dei sacerdoti. L’arco che sovrasta la porta è una meraviglia, completato nel 1344 le mezze figure, sono circondate da grazioso fogliame, adornano l’arco e gli stipiti e rappresentano profeti e patriarchi, nel mezzo la Vergine Maria col bambino (putto) a sinistra San Lorenzo a destra San Francesco che tende le mani a proteggere un nano, costui è Pietro da Marano, detto il monaco, consigliere speciale degli Scaligeri signori di Verona, che ordinò il bellissimo portale. All’interno del tempio ci sono sepolcri di famiglie ed uomini illustri, per cui la chiesa fu anche chiamata la Santa Croce di Vicenza o Pantheon cittadino, sono sepolti in questo luogo sacro: l’architetto Vincenzo Scamozzi, il beato Bartolomeo da Breganze Vescovo di Vicenza, Ippolito da Porto capitano di Carlo V°, il poeta Giorgio Trissino, Luigi Valle, il Milite Ignoto. Una cappella dedicata a San Lorenzo sorgeva alle Beccariette, un’altra ancora nella zona di Berga. Il Tempio di San Lorenzo è ancor oggi il prediletto dai vicentini per le sue celebrazioni religiose e civili.
Nel 1789, la Chiesa e il chiostro furono adibiti ad ospedale militare per accogliere i feriti nelle battaglie tra repubblicani francesi e imperiali austriaci, subito dopo nel 1797, i soldati di Napoleone trasformarono il tempio in un quartiere militare con fienile, distruggendo altari e profanando sepolcri. Con il ritorno del Veneto in mano Asburgica il tempio fu rioccupato militarmente. Dopo lunga trattativa con l’ Imperial Regio Governo Austriaco il 16 luglio 1835, il Comune di Vicenza, acquistò all’asta pubblica il tempio pagandolo £ire 20.314,69 tre anni dopo il 10 agosto 1839, festa del Santo, il tempio fu riaperto ai fedeli. Il nostro monumento, subì durante le guerre d’indipendenza altre invasioni di soldataglie, diventando fienile, ospedale, deposito militare. Nel 1903, fu chiuso perchè pericoloso, dal 1904 al 1914 furono eseguiti importanti lavori di restauro. Il Consiglio Comunale il 13 luglio 1926, deliberava di richiamare in San Lorenzo i Frati di Sant’ Antonio da Padova. Nel mese di ottobre del 1927 l’avv. Franceschini podestà di Vicenza, firmava una convenzione che cedeva in pieno possesso ed uso per novantanove anni: il chiostro del 1492, il giardino , il terreno esterno all’abside, per un canone di £ire 50 annuo.

Luciano Parolin

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