Anche in estate continua la strage di lavoratori

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Ieri, 10 agosto, è stata una giornata “normale”. E, com’è “normale”, nei luoghi di lavoro si continua a morire. Anche giorni (o addirittura mesi) dopo l’infortunio. Cercare le notizie è doloroso ma, credo, sia un dovere. E che sia giusto ricordare almeno i nomi, i fatti, le persone alle quali è stata strappata la vita. Specialmente in questi tempi nei quali si tende a occultare queste notizie (che “disturbano”) e a favorire l’indifferenza. Scusate se, anche in questo periodo di vacanza, insisto a riportare queste notizie.
10 agosto 2018 (ilsecoloxix.it)

Altare (Savona) – Tragedia sul lavoro nel primo pomeriggio nella vetreria Etrusca di Altare. Un operaio di una ditta esterna che stava lavorando al rifacimento del forno di produzione dell’azienda è caduto da un’altezza di alcuni metri e, nonostante i tentativi di soccorso, è spirato fra le braccia dei militi della Croce Bianca di Altare.

Il giovane, Andrea Porcu, 26 anni di Carcare, si trovava su una scala (e non su un ponteggio, come era emerso in un primo momento – ndr) quando è precipitato. Ancora da chiarire le cause dell’incidente: tra le ipotesi anche quella di un malore che gli può aver fatto perdere l’equilibrio.

Nello stabilimento sono accorsi i militi della pubblica assistenza locale, l’automedica del “118” e i carabinieri. Il medico non ha potuto far altro che constatare il decesso, mentre i carabinieri hanno informato la Procura della Repubblica. Gli investigatori stanno valutando se chiedere l’autopsia.

Ancora in fase di ricostruzione la dinamica della tragedia. L’azienda era chiusa al momento del drammatico evento.

Sul posto i mezzi del 118 e delle forze dell’ordine che hanno avviato le prime indagini per ricostruire quanto avvenuto e le eventuali responsabilità.

10 agosto 2018 (abruzzoweb.it)

VALLE CASTELLANA – Un boscaiolo di 78 anni, Gabriele Balzani, è morto questa mattina attorno alle 13 in un incidente sul lavoro nei boschi di Valle Castellana (Teramo).

Secondo una prima ricostruzione l’uomo, che si trovava in compagnia dei figlio, era intento a tagliare alcune piante di grosso fusto quando all’improvviso è finito sulla traiettoria di un pesante ramo tagliato in quel momento.

Per l’anziano non c’è stato scampo: è rimasto schiacciato sotto il peso del ramo, riportando fatali traumi al torace e all’addome, morendo sul colpo.

I soccorsi sono riusciti a raggiungere l’uomo ma il medico del 118 ha potuto soltanto constatarne il decesso. Il corpo è stato recuperato dall’equipaggio di un elicottero dei vigili del fuoco del nucleo di Pescara e trasferito all’obitorio dell’ospedale Mazzini di Teramo.

10 agosto 2018 (newsicilia.it)

VITTORIA – Non ce l’ha fatta l?operaio tunisino di 23 anni rimasto vittima di un grave incidente sul lavoro che si è verificato lo scorso 4 agosto.

Fatale per lui è stata la profonda lesione che aveva riportato alla base del cranio in seguito a una caduta da un’altezza di circa 3 metri.

Il cuore del giovane ha smesso di battere oggi alle 15,30 nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Cannizzaro di Catania, dove l’operaio era stato trasportato in condizioni disperate. Contrariamente a quanto diffuso in un primo momento, il 23enne non ha subito nessun intervento poiché le sue condizioni di salute erano già precarie al momento del ricovero e non permettevano di procedere chirurgicamente, né lasciavano purtroppo sperare in un esito diverso da quello odierno.

Il tragico incidente è avvenuto in contrada Alcerito Macchionne, a Vittoria, in provincia di Ragusa: secondo le prime ricostruzioni, il giovane sarebbe scivolato dopo aver perso l’equilibrio mentre stava lavorando.

10 agosto 2018 (ilrestodelcarlino.it – cronaca di Rovigo)

Adria (Rovigo), 10 agosto 2018 – Un calvario cominciato 11 mesi fa, quello di un 54enne schiacciato tra due muletti in azienda. Operazioni, cure, riabilitazioni, sono servite a poco. E’ morto mercoledì mattina, all’ospedale Sant’Orsola di Bologna, Fabrizio Andriotto, 54 anni di Fasana.

Era rimasto gravemente ferito in un incidente sul lavoro 11 mesi fa. Lavorava come responsabile del parco esterno del magazzino della ditta Deriplast di Villadose. Era sposato con Patrizia e aveva due figlie, Alice e Silvia. Era anche nonno di un nipotino.
La moglie e una figlia hanno il centro estetico «Venere» in galleria Massimo ad Adria. Gli amici più cari lo descrivono come una brava persona con una bella famiglia.
Un anno fa, purtroppo, l’incidente. Svolgendo il suo lavoro nell’azienda, sfortunatamente era rimasto schiacciato tra due muletti. Subito le sue condizioni apparvero gravi e fu ricoverato all’ospedale di Rovigo. Secondo alcune testimonianze, aveva il bacino schiacciato e una gamba seriamente compromessa, così come una arteria. Fu trasferito all’ospedale di Padova dove ha subito molti interventi per bloccare l’emorragia. Aveva molte lesioni e non camminava più. Per fare delle terapie riabilitative era stato portato anche alla Casa di Cura Città di Rovigo.
Ma la situazione nei mesi si era complicata in generale. E’ morto all’ospedale Sant’Orsola di Bologna dove era ricoverato. Amava il calcio, da giovane aveva giocato nell’Adriese, poi, negli amatori del Gruppo Sportivo Fasana come attaccante, a livello dilettantistico. Negli anni ’80 aveva vinto, con la sua squadra, il campionato con il centro sportivo italiano di Rovigo.
Nel Gs Fasana oltre che a fare il calciatore, è stato anche allenatore e dirigente della squadra. Insomma si dava da fare. Purtroppo però il 4 settembre 2017 la sua vita era cambiata per questo incidente sul lavoro. I funerali dovevano essere celebrati oggi alle 16, in cattedrale, ma la Procura ha disposto l’autopsia e aperto un’inchiesta, per verificare se c’è una correlazione diretta fra il decesso e l’infortunio sul lavoro.

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.