Mellana: le tangenti anche durante il lockdown hanno viaggiato estero su estero e cadono monumenti eretti chissà perché

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UN SETTORE ANCORA TRAINANTE, LE TANGENTI- di Claudio Mellana
UN SETTORE ANCORA TRAINANTE, LE TANGENTI- di Claudio Mellana
Persino Mattia Feltri ha sentito il bisogno di fare uno sdegnato pippone (e io di pipponi come sapete sono esperto) perché si è osato buttare a fiume la statua dello schiavista Edward Colston. Ma come, ha scritto, uno che ha devoluto una fortuna ai poveri, molti dei quali affollarono il suo memorabile (testuale) funerale?! Dato che lui, Feltri, non era presente al funerale desumo che abbia letto l’informazione su Wikipedia.
Ma come non essere d’accordo, uno fa la grana letteralmente sulla pelle di esseri umani, e la reinveste in altre lucrose attività dove, all’epoca, non si andava tanto per il sottile a sfruttare anche quelli di pelle bianca, ma devolve ingenti somme in attività benefiche (anche a favore di quelli che sfruttata quindi gli da indietro solo e in parte quello che gli ha rubato) e così siamo pari e patta. Anzi no, a lui gli si erige una o più statue.
Piccolo particolare lo schiavista Colston non si sposò (Wikipedia) e quindi non ebbe  a chi lasciare le sue ingenti fortune, magari pensò che dimostrandosi così generoso, oltre alle statue avrebbe avuto diritto ad un posticino nel paradiso dei protestanti. Tutto ha un prezzo, si dice. Sapete quanti ne conosco così? Scommetto che ne conoscete anche voi.
Ma questa è la parte, se volete, umoristica, la parte seria (parte il mio pippone) è, come ha già detto qualcuno, che se la storia non è revisione, ovvero esame e verifica del passato, alla luce del presente e in relazione al futuro, allora non è nulla.
Quanti sanno che Leopoldo II, re del Belgio, nella seconda metà dell’800 divenne personalmente padrone dello stato libero del Congo (poi Congo belga) che sfruttò ferocemente causando la morte, attraverso modalità che non hanno nulla da invidiare ai metodi nazisti, dai 10 ai 20 milioni di africani. Ho detto proprio dai 10 ai 20 milioni. Mai studiato vero? E come si fa a costruire una damnatio memoriae di simili ributtanti personaggi, con tanto di statue, se nessuno a scuola te lo spiega?
Ma non ho finito, vi è ancora un aspetto che personalmente mi da fastidio: quale è il criterio per il quale si erigono i monumenti o si intitolano scuole, giardini, eccetera? Perché i posteri ti ricordino e ricordino le tue imprese. Ma se non viene raccontato tutto  ricordi, se ricordi, solo la parte bella…Quindi le fake news possono essere anche per omissione.
E poi è così vero che la gente ti ricorda? Sfido chi abita a Torino a dirmi in grazia di che Felice Govean e Giuseppe La Farina hanno due monumenti persino più maestosi di quelli di Cavour e Garibaldi. Credo che neppure l’1 per mille dei torinesi si sia mai neanche posto il problema di sapere chi diavolo fossero e cosa diavolo avessero fatto di buono. Figurarsi quanti sanno cosa fecero di così importante da meritare la posterità.
Forse sarebbe ora di smetterla di erigere monumenti e non sarei neppure contrario a cominciare a ridimensionarne il  numero.
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Claudio Mellana
Claudio Mellana (Torino, 30 settembre 1948) è un umorista italiano. Ha cominciato pubblicando su riviste underground o politiche alla fine degli anni sessanta. Nel 1970 ha fondato con Dario Mairano la rivista underground Pelo e Contropelo, attiva sino agli anni ottanta. Nel 1975 viene realizzata a Torino la prima mostra di satira politica, chiamata anch'essa Pelo e Contropelo. La sua prima importante collaborazione è del 1972 con Ca Balà, la rivista madre della moderna satira politica italiana, e poi si estende a svariati periodici e giornali: ABC, IO, Nuovasocietà, Pianeta, Radiocorriere, Il Collezionista. Suoi disegni compaiono su l'Unità, La Stampa, Stampa Sera, Paese Sera. Si dedica, a partire dagli anni '70, quasi esclusivamente alla satira politica e realizza centinaia di vignette, e manifesti, per i giornali sindacali della CGIL. Partecipa a numerose mostre collettive, in Italia e all'estero, ricevendo anche riconoscimenti e premi, e ha esposto in mostre personali a Carpi e Torino. Con Dino Aloi ha curato, per Feltrinelli, nel 1991 il libro Un Lavoro Da Ridere: Antologia Della Satira Del Movimento Operaio Dall'Ottocento a Oggi , nel quale vengono raccolte le vignette a carattere sindacale comparse nei periodici italiani dalla metà dell'800. Ancora con Dino Aloi, dal 1994, cura il Premio intitolato a Giorgio Cavallo per la satira e l'umorismo, per conto della città di Moncalieri. Nel 2007 collabora alla realizzazione della mostra "Ludere et ledere" (Umorismo grafico e satira politica) tenutasi a Bergamo. Nel 2008 alla mostra "Il sorriso graffiato" ( Fascismo e antifascismo nel disegno satirico dalla grande guerra alla Costituzione) tenutasi al Castello di Ussel a Chatillon in Valle d'Aosta. Nel 2010 alla mostra "Dalla Storia alla Satira" (Cronache ed eventi in caricatura da Cavour ad Andreotti) tenutasi all'Archivio di Stato di Torino. Nel 2010, insieme a Dino Aloi, pubblica "Umoristi in Piemonte" (Dizionario di autori e riviste per sorridere e graffiare dal 1848 ad oggi). Nel 2011 collabora alla realizzazione della mostra "La donna immaginata. L'immagine della donna" tenutasi a Torino. Nel 2013, sempre con Dino Aloi, realizza la mostra "Casimiro Teja. Sulla vetta dell'umorismo" e il relativo catalogo contiene la più dettagliata biografia del grande caricaturista torinese realizzata sino ad oggi. Espone frequentemente in mostre collettive. Nel 2019 pubblica con le Edizioni Neos il libro "Lo Sputasentenze" una raccolta di 583 aforismi e pensieri vari ed espone 50 vignette senza parole in una mostra personale allo Spazio Mouv' di Torino. Collabora attualmente con pubblicazioni su Internet come "Buduar", "Nuovasocietà", " ViPiu.it", "CiaLiguria", Iltorinese, Torinofan e "Tellusfolio". Ha pubblicato, ad oggi, oltre 3000 vignette