Belluco: “Carrus ci disse di aver lasciato BPV ora BPM per timore di indagini sull’usura. Va sequestrato sistema informatico!”

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Il popolo di chi lavora di domenica, per necessità (ad esempio tutti i dipendenti di esercizi aperti nei festivi o di servizi pubblici, dalla sanità alle forze dell’ordine) o per sport e spettacoli (dai “dilettanti” ai superpagati protagonisti di eventi negli impianti sportivi e sui palcoscenici), si arricchisce anche di “strani” personaggi come Alfredo Belluco e il sottoscritto.

Il presidente veneto e vice presidente nazionale di ConfederContribuenti, infatti, anche di domenica lancia i suoi sermoni contro l’usura, che affligge a torto centinaia di migliaia se non milioni di vittime, e il sottoscritto, contravvenendo ai buoni propositi, per la famiglia (leggi moglie, perché figli e nipote sono all’estero), di starsene calmo almeno nei giorni dedicati al Signore, fa da megafono h24 a chi lotta per i più deboli.

Facciamo da megafono agli Alfredo Belluco di turno, sperando (illudendoci?) che un giorno anche la massa dei colleghi più forti alzi la voce a difesa loro e, magari, del nostro tartassato VicenzaPiu.com, tanto amato dai potenti come Gianni ZoninGiuseppe Zigliotto, Massimo Malvestio (la nostra new entry che ci ha denunciato per una nostra opinione su di lui qui riportata, ndr), Luca ZaiaGiovanni Jannacopulos,  e, non ultima temporalmente ma in fondo alla nostra considerazione, tale Elena Donazzan, ora con un conto più ricco di 68 euro dopo aver pignorato i conti e messo in ginocchio, lei pensa e spera, questa libera testata, novella Araba Fenice.

Articolo su processo contro l'usura de Il mattino di Padova del 18 maggio
Articolo su processo contro l’usura de Il mattino di Padova del 18 maggio

Ebbene oggi Belluco, domenica ma anche 19 maggio, il giorno in cui nel 1802 viene istituita  la Legion d’Onore dal primo console Napoleone Bonaparte, dopo averci aggiornato su un processo (per usura ovviamente) in corso a Padova contro 64 imputati tra cui molti big della finanza, passata e presente, ci anticipa un decisione e la correda con una video intervista selfie che vi proponiamo in testa a questo anatema domenicale del predicatore anti usura.

L’anticipazione è, invece ma conseguentemente, la volontà del presidente veneto di ConfederContribuenti di «chiedere il sequestro preventivo del sistema informatico. informativo di Banca Popolare di Verona, ora Banco BPM»

Perché?

«Perché Cristiano Carrus, Oreste Felice Invernizzi e Lucia Martinoli, alti dirigenti di Veneto Banca, il 21 febbraio 2017, nella sede di Montebelluna dell’allora popolare trevigiana e alla presenza di me stesso, Alfredo Belluco, e di Raffaela Zanellato oltre che di Gianfranco Muzio, tutti di Confedercontribuenti Veneto, dichiararono di essersi dimessi dalla Banca Popolare di Verona (ora confluita in Banco BPM) perché temevano di poter essere coinvolti in una mega indagine per truffa e usura, in merito alle spese e commissioni non dovute o non lecitamente pattuite. Hanno parlato in quell’occasione della “indennità di sconfinamento” utilizzata in modo criminale, attraverso la quale, io la accuso da anni, la Banca Popolare di Verona ha imbrogliato e “usurato” tutta la clientela in rosso».

Oggi, domenica, per suoi commenti che è d’obbligo chiedere sulla denuncia di Alfredo Belluco, non è, però, rintracciabile Cristiano Carrus, che prima di lasciarla per andare in Veneto Banca, era realmente stato, come dice Belluco, anche in Banca Popolare di Verona e in altri istituti poi confluiti in Banco BPM, operazione di cui è stato un propugnatore mentre lavorava a Montebelluna dove subentrò a Vicenzo Consoli, che all’epoca si sentì tradito da chi lui aveva scelto come braccio destro.
Carrus è, poi, tornato all’ovile il 5 febbraio 2018 come advisor del Banco BPM, forse riconoscente per il suo endorsement alla fusione e/o per altri meriti, non tutti noti ai risparmiatori di Veneto Banca ma di certo apprezzati dal sistema.
Detto questo proviamo a farci chiarire bene da Belluco la situazione relativa al processo di Padova da cui era partito il nostro colloquio.
«In merito all’articolo apparso sul Mattino di Padova di ieri, 18 maggio, sul procedimento penale per usura che vede indagate 64 tra banchieri e bancari, tra i quali spiccano l’ex vice presidente vicario della Cassa di risparmio del Veneto (Intesa Sanpaolo), Pio Bussolotto, e il Presidente della Banca Popolare di Verona ora Banco BPM, Carlo Fratta Pasini, premetto che in sede civile si possono contestare circa il 50% dei mutui e l’80% dei rapporti bancari e conti correnti. In sede penale é tutta un’altra storia».
Perché?
«Quando per difendersi le banche producono le circolari della Banca d’Italia sulla determinazione dei tassi di usura (con le quali possiamo accendere il caminetto d’inverno mentre d’estate le usiamo in modo meno nobile) bisogna contro produrre l’articolo 644 del codice penale, il quale non è altro che l’art. 1 della Legge anti usura 108 del 7 marzo 1996, la legge 24/2001 art. 1 di interpretazione autentica della legge anti usura e tutta una serie di sentenze, tra le più significative la 46669/2011 e la 27442/2018 della Suprema Corte di Cassazione Penale. Altra importantissima sentenza è la N° 29/2002 della Corte Costituzionale».
Ma c’è di più arringa Alfredo Belluco
«Una circolare dell’Associazione delle Banche Italiane (ABI) del 3 aprile 2001 ha confermato che in base alla legge 24/2001: “Gli interessi si intendono usurari al momento in cui essi sono convenuti, a qualsiasi titolo, siano essi corrispettivi, compensativi o moratori”. Inoltre in base al III° comma dell’art. 644 del Codice Penale, gli interessi possono essere usurari “anche se inferiori ai limiti di legge, se sono sproporzionati, soprattutto nei confronti di chi si trova in difficoltà economica e finanziaria».
E allora?
«Nel caso citato nell’articolo de Il Mattino di Padova si tratta di mutui accesi per coprire posizioni debitorie e quindi da imprenditori in difficoltà. In questo caso le circolari e le Istruzioni della Banca d’Italia c’entrano come i cavoli a merenda, ovvero nulla, in quanto si riferiscono (eventualmente) solo al superamento oggettivo del tasso soglia massimo previsto dalla legge sull’usura».
Che consiglio, per ora, dà, presidente, a chi si trovasse in queste condizioni?
«Denunciate… Sempre!»
Se il 19 maggio 1536 Anna Bolena, la seconda moglie di Enrico VIII d’Inghilterra, venne decapitata con la falsa accusa di adulterio, la storia, prossima ventura, ci dirà se il 19 maggio 2019 sarà ricordata come la data di una tappa della guerra contro l’usura della finanza, regina cattiva, o se comparirà in una nuova querela di chi vuole decapitare noi e Belluco, che il loro lavoro, per amore dei deboli, lo fanno “strano”… anche di domenica.