Vicenza verso le amministrative 2018, il primo mini test con i cittadini del centro. Voteranno ma pochi conoscono programmi e candidati. Tra questi Rucco su Otello di un nulla, Mantovani e Bano sconosciuti

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Vicenza, verso le amministrative 2018, sembra avere le idee chiare fino ad un certo punto. Se la principale aspettativa, secondo la maggior parte dei residenti intervistati, sembra essere quella di avere una maggiore sicurezza, specialmente in punti sensibili come Campo Marzo, riguardo l’amministrazione che verrà votata alle elezioni le preferenze appaiono meno definite. Se quasi tutti i vicentini interpellati sembrano quantomeno intenzionati ad andare a votare, è vero anche che in pochi conoscono i nomi dei candidati sindaci ed ancora meno ne conoscono i programmi. 

Ciò nonostante, il più gettonato sembra essere, anche e tra varie contraddizioni politiche, il candidato per le liste civiche di centro destra Francesco Rucco, consigliere della lista Idea Vicenza; di poco seguito dal candidato di centro sinistra Otello Dalla Rosa. I nomi invece di Flavio Mantovani per Lega e Forza Italia e di Leonardo Bano del gruppo No Privilegi Politici sembrano ancora poco familiari ai vicentini.

A prescindere da chi vincerà, c’è chi si dimostra estremamente scettico riguardo ai progetti dichiarati dai diversi candidati, che vengono percepiti come difficilmente realizzabili, tanto che “nemmeno loro (i candidati) ci credono“, mentre c’è anche chi spera semplicemente che il nuovo sindaco prosegua con una politica non troppo lontana dalla precedente, “basta che non torni Hüllweck!“. La maggior parte dei pareri però denota un pensiero meno preciso e leggermente disinteressato: non grandi aspettative, semplicemente si auspica una gestione decorosa.
Importante sottolineare infine che tra i cittadini più giovani i candidati sindaci risultano essere poco meno che sconosciuti, mentre tra i più adulti, sia chi non si è ancora fatto un’idea sia chi è già più che sicuro su chi preferire alle amministrative, sembra comune la volontà di esercitare il proprio  diritto di voto, quantomeno per sentirsi giustificati ad essere scontenti qualora la prossima amministrazione dovesse disattendere le attese.