Senza dimora, Manuela Lanzarin: “previsto un ulteriore tassello nelle politiche regionali di inclusione sociale”

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Anche in Veneto il problema della perdita di diritti fondamentali, e fra questi la casa, si fa più cogente e diventa un vero allarme sociale nei mesi in cui le temperature si fanno estreme. Il territorio risponde a questa esigenza in modo articolato e diffuso con la presenza di dormitori, mense dei poveri, centri di ascolto; però, fino ad oggi, non esisteva una politica unitaria, e senza questa si rischia di far perdere efficienza al sistema di aiuti. In questo contesto nasce il coordinamento “DOM. Veneto.” 

A darne comunicazione è l’assessore regionale al sociale Manuela Lanzarin, precisando che si tratta di politiche orientate a mettere a sistema un metodo di presa in carico multidisciplinare e multidimensionale delle persone e delle famiglie a rischio di marginalità e senza fissa dimora.

Con il progetto “DOM. Veneto” – Modello di Housing first, approvato dal Ministero con un fondo di 3.310.700 euro, la Regione del Veneto, in qualità di ente capofila, ed i Comuni di Venezia, Padova, Verona, Vicenza, Treviso e Rovigo in qualità di partners, intendono perseguire questa metodologia, guidando un processo di innovazione nel contesto specifico delle persone senza dimora.

La casa – fa rilevare l’assessore Lanzarin – non può rappresentare un punto incerto di arrivo per le persone senza dimora. L’accesso a una abitazione stabile e un adeguato intervento dei servizi sociali possono produrre impatti oggettivi sul benessere della persona e sul percorso di reinserimento nella società, con ricadute positive anche in termini di una maggiore efficienza nella spesa sociale e sanitaria. Va tenuto presente che quasi i due terzi delle persone senza dimora prima vivevano nella propria casa e fra questi prevalgono gli uomini (86,9%); con riferimento all’età, la maggioranza ha meno di 45 anni (57,9%), molti di questi hanno lasciato l’abitazione per ragioni economiche, per la perdita di lavoro, per separazione dal partner.”

Questo progetto è stato preceduto da un periodo di formazione per gli operatori impegnati nei servizi di accompagnamento in favore delle situazioni di grave emarginazione adulta e delle persone senza dimora: altri tre incontri per gli operatori sono in programma il 18 gennaio, il 15 febbraio ed il 15 marzo.

Gli obiettivi generali che la Regione si propone di raggiungere con questo progetto sono:
– diffondere all’interno del territorio regionale un modello di “presa in carico” fondato sulla valorizzazione della rete locale dei servizi, il coinvolgimento del contesto e della comunità solidale per la realizzazione dell’housing first, al fine di offrire risposte complesse alle diverse dimensioni che alimentano la condizione di emarginazione (sociali, della casa, del lavoro e della formazione);
– facilitare processi di re-inclusione sociale che promuovano la non discriminazione e l’inserimento/reinserimento dei destinatari nel tessuto relazionale, sociale ed economico dell’area urbana;
– rendere più esigibile da parte delle persone senza dimora il diritto all’alloggio.

Il progetto, inoltre, si integrerà con le azioni in tema di alloggi di edilizia residenziale pubblica avviate a valere sul programma Operativo regionale Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (POR FESR) 2014-2020, ma si pone anche – fa presente l’assessore Lanzarin – in stretta correlazione con le indicazioni programmatiche 2018-2019 recentemente approvate dalla giunta veneta con il documento “Verso l’inclusione attiva…”, che opera un’ulteriore definizione delle politiche di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, alla luce delle diverse iniziative messe in campo dalla Regione del Veneto e delle recenti misure – a carattere nazionale – quali il Sostegno all’Inclusione Attiva (SIA) ed il Reddito di Inclusione (REI).

Le linee programmatiche tracciate partono dall’analisi delle iniziative e dei servizi ad oggi attivi, e dalle reti territoriali già impegnate negli interventi SIA e investono per il prossimo biennio sulle di politiche inclusione attiva con idonee reti di supporto che vedano nella Regione e negli altri attori territoriali – pubblici/privati e del privato sociale – gli artefici di un miglioramento delle condizioni dei singoli e, con essi, delle diverse comunità in cui vivono.

A ciò va aggiunto – segnala infine l’assessore Lanzarin – anche l’accordo di collaborazione tra la Regione e l’Ente strumentale Veneto Lavoro finalizzato al costituzione di una piattaforma informatica ed al monitoraggio dei servizi e delle politiche – conclude l’assessore – che consentiranno di disporre di strumenti utili alla programmazione regionale, monitorare il sistema di offerta e valutare gli esiti e l’efficacia dei servizi e degli interventi.”

Ufficio Stampa Giunta Regione Veneto