Proteste contro M5S per approvazione Tap, ora rischia linea Tav-Tac “dentro” Vicenza: un’occasione per rivisitare il progetto per il bene di tutti

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Chi non vuole il Tap (Gasdotto Trans-Adriatico conosciuto appunto con l’acronimo inglese di TAP, Trans-Adriatic Pipeline) protesta in Puglia con intensità crescente contro il M5S che aveva assicurato il suo stop ma che ne ha ora sbloccato la realizzazione giustificandola con presunte penali da 20 miliardi di euro da pagare nel caso non fosse autorizzata. Tra le conseguenze della prima reale rivolta dell’elettorato giallo contro i cedimenti dei pentastellati alle istanze diverse rappresentate dal verde Lega, oltre ad una revisione del consenso al gasdotto, ci potrebbe essere, per una sorta di compensazione politica, un irrigidimento delle posizioni altrettanto critiche dei 5 Stelle nei confronti dell’altra grande infrastruttura messa in discussione in campagna elettorale, la linea del Tav Tac.

Se è stato dato il via libera per la tratta Verona – Padova al contratto di programma 2017-2021 firmato dal precedente governo con Rfi da parte delle commissioni trasporti di Camera e Senato che hanno espresso parere favorevole, due passaggi del documento approvato, oltre all’iter parlamentare tutto da affrontare, lasciano aperta la strada allo stop del progetto o, almeno, a una sua forte revisione anche in funzione dell’esito atteso delle valutazioni del rapporto costi/benefici dell’opera richieste dal ministro alle infrastrutture Danilo Toninelli.

Alla voce osservazioni, come faceva rilevare ieri il collega Nicola Negrin sul GdV,  la tratta che riguarda Vicenza ne ha ricevuta solo una: «Per gli interventi “Verona-bivio Vicenza (primo lotto funzionale)”, “Attraversamento di Vicenza (secondo lotto )”, “Vicenza-Padova (terzo lotto)” valutare l’opportunità di utilizzare tecnologie che permettano la circolazione di tutte le tipologie di treni». In altre parole, spiega Negrin: «far sì che i due nuovi binari dell’alta velocità, quelli costruiti accanto alla linea storica, non vengano utilizzati esclusivamente dai treni veloci, ma anche dai regionali».  

Tutto qui? No, perché sempre sul GdV leggiamo: «Non proprio, perché a lasciare aperta la porta del dubbio è quella frase inserita nelle condizioni preliminari: “Dove sono previsti dei raddoppi di linea si proceda con una rivisitazione degli stessi prevedendo anziché un raddoppio integrale, dei raddoppi selettivi”. Il che potrebbe modificare comunque lo sviluppo dell’infrastruttura con l’analisi costi/benefici».

Ora questa analisi potrebbe giustificare decisioni più “selettive” vista  la dura contestazione in corso contro il dietro front giallo nei confronti delle promesse elettorali anti Tap e potrebbe facilitare a Vicenza una rivisitazione dell’impatto sul territorio di un’opera ora utile solo a soddisfare gli interessi di sbancatori e costruttori.

Un suo nuovo disegno, che poi era quello, più logico, originale, dovrebbe evitare di squartare la città ma potrebbe riportare la linea Tav Tac fuori Vicenza collegandola al centro con i binari attuali per i treni locali da potenziare con tecnologie che consentano anche il transito dei treni Freccia con fermata a Vicenza e facendo transitare fuori città quelli realmente veloci per collegamenti ovviamente lunghi che non dovrebbero, tra l’altro, rallentare a 120 km/hr per i noti vincoli ambientali e Unesco.

Se, cioè, i Tav reali eviterebbero l’attraversamento della città, in cui comunque non non si fermerebbero, solo i pochi Tav che dovessero collegare Vicenza con città lontane senza fermarsi a Padova o Verona potrebbero passare per vecchia stazione insieme ai Freccia attuali che veloci non sono visto che fermano a Padova e Verona. 

Il progetto della nuova infrastruttura potrebbe così contemperare gli interessi imprenditoriali, soprattutto per la parte che si coniuga col lavoro, con la doppia necessità del territorio: non essere sconquassato e migliorare i suoi collegamenti, non solo quelli (realmente?) veloci ma anche quelli riservati al traffico regionale, oggi al collasso, per studenti e lavoratori oltre che per turisti che, arrivati a Vicenza, qui possano far base per poi partire perle loro escursioni più localizzate perché favorite da treni frequenti e moderni e non con carrozze in cui oggi gli utenti sono costretti a stiparsi neanche fossero carri bestiame.