Pietra di Inciampo a Vicenza? No, ma ci pensa il Comune di Milano a onorare Margherita Luzzatto, vicentina uccisa ad Auschwitz

222

Pietra di Inciampo a Vicenza? No, ma ci pensa il Comune di Milano a rendere onore a Margherita Luzzatto, figlia di Gerolamo Luzzatto e Adele Rabbeno, nata a Vicenza il 25 luglio 1878, sposata con l?Ing. Michelangelo Boehm, arrestata a Tirano (Sondrio), deportata prima a Fossoli e poi ad Auschwitz dove è arrivata nel convoglio N. 8 il 22 febbraio 1944 ed uccisa al suo arrivo. Aveva 65 anni troppo vecchia per lavorare nei campi di Sterminio. A Vicenza abitava a pochi passi dal Palazzo del Comune, come del resto quasi tutti gli ebrei della città (Margherita Luzzato e marito nella foto Fondazione CDEC, Milano).

La maggior parte di loro abitava a ridosso di Corso Andrea Palladio, in contra’ dei Giudei (ora Contra’ Cavour, ma già allora si chiamava Cavour per volere degli ebrei vicentini che, con una petizione partita da Giacomo Orefice chiesero che la contra’ fosse intitolata allo statista), in stradella dei Giudei (detta anche via della Rua), in contra’ Dal Monte, in contra’ Porti, solo un paio di famiglie erano residenti in periferia, ricordo di una a Monteviale, che ho frequentato in adolescenza.

Margherita Luzzatto si comprava i vestiti da Pitassi, negozio e sartoria di Corso Palladio, angolo Contra’ Cavour, era una donna molto elegante, sposata con un “foresto” e che viveva fuori città ma ritornava per trovare gli amici, non mi pare che avesse figli, gli ebrei vicentini non sono mai stati molto prolifici, ho vaghi ricordi di nuclei familiari molto ristretti, è tutto ciò che mi è rimasto in mente di Margherita è quello che mi raccontava mia nonna, ero troppo piccola e molto disinteressata “ai vecchi”, ma avevo una straordinaria capacità di memorizzare “quello che i vecchi si dicevano”, soprattutto quando si trovano al Cimitero Ebraico o al Caffè la Triestina.

Nemmeno il marito è sopravvissuto alla Shoà, l’ingegnere era nato a Treviso il 25 dicembre 1867, anche lui arrestato il 13 dicembre 1943, è stato detenuto a Sondrio e con il convoglio N. 6 partito il 30 gennaio 1944 è giunto ad Auschwitz il 6 febbraio 1944. Per entrambi non c’è numero di matricola, presumo che essendo anziani siano stati uccisi al loro arrivo.
Oggi alle ore 10:05 sono state posate due Pietre di Inciampo, in via De Amicis 45, a Milano, in onore di una vicentina e di un trevisano. Grazie alla città di Milano!

Articolo precedenteWild Side Basketball n. 17, parte II: a tutta NBA
Articolo successivoQuote latte, Laura Puppato (PD): “un altro regalo di Zaia da ministro dell’agricoltura”
Paola Farina
Nata a Vicenza il 25 gennaio 1954, studentessa mediocre, le bastava un sette meno, anche meno in matematica, ragazza intelligente, ma poca voglia di studiare, dicevano i suoi professori. Smentisce categoricamente , studiava quello che voleva lei. Formazione turistica, poi una abilitazione all’esercizio della professione di hostess di nave, rimasta quasi inutilizzata, un primo imbarco tranquillo sulla Lauro, un secondo sulla Chandris Cruiser e il mal di mare. Agli stipendi alti ha sempre preferito l’autonomia, ha lavorato in aziende di abbigliamento, oreficeria, complemento d’arredo, editoria e pubbliche relazioni, ha girato il mondo. A trent’anni aveva già ricostruito la storia degli ebrei internati a Vicenza, ma dopo qualche articolo, decise di non pubblicare più. Non sempre molto amata, fa quello che vuole, molto diretta al punto di apparire antipatica. Dove c’è bisogno, dà una mano e raramente si tira indietro. E’ generosa, ma molto poco incline al perdono. Preferisce la regia alla partecipazione pubblica. Frequenta ambienti ebraici, dai riformisti agli ortodossi, dai conservative ai Lubavitch, riesce nonostante il suo carattere a mantenere rapporti equilibrati con tutti o quasi. Sembra impossibile, ma si adegua allo stile di vita altrui, in casa loro, ovviamente.