Piano regionale delle attività di cava, Stefano Fracasso e Andrea Zanoni (PD): “va migliorato con l’inserimento di maggiori tutele ambientali e più controlli”

97

“Dopo 36 anni di attesa, sicuramente è un momento storico. Ma, soprattutto, rischia di essere l’ennesima occasione persa in tema di tutela ambientale”. Lo affermano, in una nota congiunta, il capogruppo in Consiglio regionale del Partito Democratico, Stefano Fracasso, e il Vicepresidente della Commissione Ambiente, Andrea Zanoni, che commentano così “l’approvazione oggi 8 marzo in Seconda Commissione della Legge – di cui Zanoni sarà relatore di Minoranza in aula consiliare – e del Piano Regionale delle Attività di Cava (PRAC), passati entrambi con il voto contrario di PD e LeU, e quello favorevole di Forza Italia, Lega, Lista Zaia e FdI, mentre si sono astenuti CDV e Cinque Stelle.”

Approvare oggi – esordiscono i consiglieri dem – un provvedimento che aspettavamo dal 1982, quando eravamo ancora dei ragazzi, non fa certo onore alla politica veneta. Non dimentichiamo che il lungo vuoto normativo ha consentito in Veneto anche storture e fenomeni di corruzione, con tanto di processi. Comunque, quelli usciti dalla Commissione sono sicuramente due testi migliorabili, abbiamo tempo per farlo in aula consiliare, vediamo di non perdere l’occasione.

La principale novità – spiegano gli esponenti del Partito Democratico – riguarda il divieto di estrazioni su nuovi terreni: verranno ampliate le cave esistenti. Il Piano infatti autorizza 9,5 milioni di metri cubi, cinque a Verona e 4,5 a Vicenza. È fortunatamente saltata la deroga agli zero metri cubi su Treviso, oggetto di polemiche e attriti nella maggioranza, visto che ci sono ben 60 milioni già autorizzati e ancora da estrarre”.

A nostro avviso – proseguono Fracasso e Zanoni – si può ancora fare di più per tutelare maggiormente territorio e ambiente. Al momento, non sono previsti vincoli di utilizzo dei materiali di recupero, che invece devono essere ben codificati e stabiliti, in modo da evitare di consumare ancora sabbia e ghiaia, risorse esauribili. Inoltre vengono ancora previste le escavazioni sotto falda per le cave già autorizzate, con tutto ciò che questo comporta per la risorsa acqua, visto che si tratta di attività comunque impattanti.”

Ma i punti critici – ribadiscono i consiglieri Democratici – non finiscono qui: rischiamo di avere sanzioni più basse, addirittura diminuite di sei volte rispetto alla Legge n. 44 del 1982, per materiale scavato illegalmente, fino a un volume massimo di 5mila metri cubi. Giudichiamo negativamente anche la riduzione delle distanze minime di rispetto tra cave e zone commerciali, residenziali e a urbanizzazione diffusa, mentre il limite con quelle industriali è stato addirittura cancellato.

Per quanto riguarda poi la gestione amministrativa – concludono Stefano Fracasso e Andrea Zanoni – c’è da sciogliere il nodo del ruolo delle Province, per assicurare la giusta partecipazione, come pure criteri omogenei su tutto il territorio veneto.

Stefano Fracasso, capogruppo in Consiglio regionale del Veneto del Partito Democratico

Andrea Zanoni, Vicepresidente della Commissione Regione Veneto dell’Ambiente