Ma che lavoro è? Due immigrati morti, boscaiolo in nero gettato in un dirupo

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E’ il sistema a volere tutto questo: non c’è nessuna tregua, le condizioni di lavoro sono indegne… l’indifferenza regna sovrana. Di lavoro si continua a morire e si nascondono anche gli infortuni. Per lorsignori la vita di chi vive del proprio lavoro è, ormai, solo un costo. Di seguito due notizie del 14 dicembre 2018. 

Trentino, boscaiolo «in nero» muore sul lavoro. Il corpo ancora in vita gettato in un dirupo.
Il datore di lavoro denunciato a piede libero: tradito dal ritrovamento di un berretto appartenuto alla vittima, un immigrato moldavo colpito dal cavo d?acciaio di una teleferica. (leggi qui)

Bergamo, ancora un morto sul lavoro. Non ce l’ha fatta Diaw Keba, lavoratore 58enne in appalto, vittima di un grave infortunio il 28 novembre. Sale a 21 il numero di vittime nella provincia bergamasca (clicca qui).

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.