Le “sofferenze” delle banche sono le sofferenze dell’economia, Il Fatto: le nuove regole sugli NPL

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La Banca d’Italia ha recentemente sottoposto alla consultazione pubblica le nuove disposizioni di vigilanza sugli investimenti immobiliari delle banche, consentendo di presentare osservazioni entro il prossimo 18 maggio 2018. Dietro il linguaggio tecnico del documento si nasconde una innovazione che è destinata a rivelarsi di grande impatto sulla società civile ed economica nazionale, conseguenze durature. Si prospetta il rischio di un avvitamento dell’economia reale sul delicato comparto immobiliare, così importante per il peso che esso ha sul Pil nazionale (Leggi anche nostro “Npl: apocalisse da 18 mld e bagno di sangue da evitare per decine di migliaia tra imprese e famiglie. L’appello di Coviello per Insieme ricordato a Sbrollini e ai parlamentari eletti“, ndr).
Un settore quello delle costruzioni che non si è mai ripreso dalla crisi iniziata nel 2008 e che ha un peso determinante, pari al 19,1 per cento della ricchezza nazionale.

La nuova disciplina introdotta dalla Banca d’Italia viene presentata come un’azione volta a ridurre l’ammontare di crediti deteriorati (i cosiddetti Non performing loans, Npl) ovvero quei prestiti che famiglie e aziende non sono riuscite a restituire agli istituti di credito e si propone di “favorire e ottimizzare” il recupero dei crediti assistiti da garanzie immobiliari.

Le innovazioni hanno lo scopo di incentivare le banche e i gruppi bancari a una “gestione attiva delle garanzie immobiliari” che assistono i crediti e di favorire “l’efficienza e la rapidità” del processo di recupero degli Nopl anche “attraverso l’acquisizione – diretta o indiretta, tramite società specializzate – degli immobili posti a garanzia”.

Vengono dunque eliminati quei vincoli di requisiti patrimoniali specifici e l’obbligo, attualmente vigente, di pronto smobilizzo dei patrimoni immobiliari acquisiti dalla banca tramite escussione del credito. Banca d’Italia considera in parte superate le remore relative a un eccessivo impiego degli attivi nel comparto immobiliare “alla luce di più evolute prassi gestionali, adottate dagli intermediari meglio organizzati”.

In tale scenario, l’intervento normativo di Banca d’Italia fornisce specifiche indicazioni “ispirate alle migliori prassi di mercato” anche riguardo alle società immobiliari specializzate, le Reoc (Real Estate Owned Company), recentemente riconosciute dalla normativa, e che avrebbero la funzione di favorire il sostegno dei prezzi immobiliari nel corso delle procedure di vendita all’asta.

L’obiettivo è sempre quello di promuovere il buon esito delle procedure esecutive delle aste immobiliari nonché la gestione professionale degli immobili eventualmente acquisiti, in una “prospettiva di ottimizzazione dei tempi e dei valori di recupero”.

Insomma, oltre ai 117 miliardi di euro di cartolarizzazioni di Npl vendute negli ultimi sei anni dalle banche ai fondi speculativi e previsioni di ulteriori cessioni per 70 miliardi di euro previsti quest’anno, l’aggressione sulle garanzie in gran parte immobiliari che accompagnano i crediti, inevitabilmente diventa un fenomeno di forte impatto sociale ed economico.

La prospettiva realistica di superare il mezzo milione di esecuzioni immobiliari dovrebbe porsi all’attenzione politica del governo, che non può abdicare al suo ruolo di equilibratore tra le esigenze delle banche di poter monetizzare i crediti sofferenti e gli effetti economici e sociali che derivano dal solo criterio della velocità di escussione.

Occorrerebbe avere una maggiore attenzione alle conseguenze che una massa così rilevante di contenziosi (esecuzioni immobiliari) potranno produrre nello scenario futuro di una ripresa economica, potendola azzoppare nel suo stentato esordio.

Poca attenzione viene istituzionalmente posta alle cause della cattiva gestione del processo di erogazione del credito da parte delle banche che hanno di fatto costruito nel decennio scorso la montagna di sofferenze e degli incagli per oltre 334 miliardi di euro, stando alle rilevazioni di dicembre 2017.

Va anche ricordato che l’attività creditizia, che era storicamente il cuore pulsante dell’attività bancaria, non agisce soltanto sull’economia di un sistema, ma incide anche sull’importantissimo fattore umano ed economico delle aspettative di vita delle persone e di strategia delle aziende, ragione per cui è auspicabile un serio intervento governativo.

di Alfonso Scarano e Antonella Simone* * Analisti finanziari indipendenti, da Il Fatto Quotidiano