Maschera d’oro: applausi a “Ferdinando” dello scomparso stabiese Annibale Ruccello: al S. Marco di Vicenza l’affresco di una società corrotta

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Ieri sera, 17 marzo, al teatro San Marco di Vicenza è andata in scena la metafora della fine dell’età borbonica e del suo regno. Ferdinando, opera di Annibale Ruccello, genio stabiese morto prematuramente all’età di trent’anni vittima della strada, ha impressionato il pubblico della Maschera d’oro dall’inizio alla fine. La commedia interpretata dall’ottima compagnia teatrale “Incontri” di Napoli e diretta da Francesco Iurlaro, è stata scritta, e quindi recitata, in stretto dialetto vetero-partenopeo, con rari innesti in lingua italiana.

Ma il messaggio dell’opera – l’affresco di una società corrotta, accartocciata nelle sue nostalgie e nei suoi peccati, che causano il furto dello Stato e della sua indipendenza, rubati da un più “giovane” e rapido apparato mistificatore – è stato recepito benissimo. Dopo un tentennamento iniziale, causato dalla parlata dialettale, frequenti sono stati gli applausi a scena aperta e scroscianti e ripetuti quelli finali. Senza voler anticipare l’esito del concorso, era parecchio tempo che la pregiata manifestazione della Maschera d’oro non selezionava un’opera di tanto valore. Non resta che piangere la prematura scomparsa dell’autore che ci avrebbe di certo regalato altre e forse più valide opere nella sua maturità.

di Giuseppe Di Maio