Il comandante Del Sette in visita a palazzo Balbi, CorVeneto: «I veneti non vogliono più fare i carabinieri», come ai bei tempi della “bersagliera”

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«C’è un legame antico che unisce il Veneto all’Arma. Ricordate “Pane, Amore e Fantasia”, film che ha fatto la storia del cinema italiano?». Al piano nobile di Palazzo Balbi tutti annuiscono sorridendo alla domanda del comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette. Anche il governatore Luca Zaia. D’altra parte, come si può scordare il timido appuntato Pietro Stelluti, impersonato da Roberto Risso, che col suo cantilenante accento faceva girare la testa alla «Bersagliera» Gina Lollobrigida? Eppure a sentire il generale quel legame si è spezzato da tempo.
La «Una volta c’erano tanti carabinieri veneti. Il carabiniere era veneto. Ora ce ne sono meno, fatichiamo ad arruolare nuovi militari in questa regione ed è un peccato perché per sviluppare bene un servizio di controllo di prossimità è importante che via sia un idem sentire tra il carabiniere e la comunità, una sorta di “sensibilità omogenea”». Non solo la conoscenza del territorio, ma una confidenza con il genius loti, con la cultura, le tradizioni, il dialetto degli abitanti.

Mancano i carabinieri veneti ma non mancano i carabinieri, assicura Del Sette: «C’è stata una riduzione degli uomini tra il 2011 e il 2014 per effetto della spending review, ma adesso abbiamo ripreso l’arruolamento, ci sono 2.950 nuovi carabinieri e 54 nuovi atleti». Si è reso però necessario ovviare allo squilibrio Nord-Sud introducendo nei bandi l’obbligo di prestare servizio per 15 anni nelle Regioni del Nord, e dunque anche in Veneto, prima di poter chiedere il trasferimento (sottinteso, nelle Regioni di origine, al Centro-Sud, più vicino a casa). A meno che non si tratti di squadroni speciali, come i cacciatori o i paracadutisti, per cui sono previste alcune deroghe. «Per le stesse ragioni – prosegue Del Sette – da due anni incentiviamo in Provincia di Bolzano l’arruolamento di militari bolzanini, così da garantire grazie al bilinguismo un servizio migliore».

Non c’è un problema di organici, dunque, e neppure di chiusura delle caserme: «Non siamo interessati da programmi di riduzione dei presidi – spiega il generale – nei tre anni del mio comando non è stato chiuso uno, semmai ne sono stati aperti di nuovi, penso alle 13 caserme in Aspromonte o alle 51 nelle zone terremotate. Stiamo, questo sì, razionalizzando l’esistente, ad esempio chiudendo i doppioni dovuti al passaggio nell’Arma del Servizio forestale». Proprio questo, d’altronde, era il motivo dell’incontro di ieri in Regione tra Del Sette e Zaia, col governatore ad annunciare lo stanziamento di un milione per l’efficientamento energetico di quattro caserme, individuate in collaborazione con il comando interregionale guidato dal generale Canio Giuseppe La Gala: Ponte nelle Alpi (Belluno), Agna (Padova), Silea (Treviso), Pastrengo (Verona). «Grazie al Fondo per lo sviluppo e la coesione siamo in grado di dare una mano ed è il nostro modo di dire grazie all’Arma – dice Zaia – perché a differenza d’altre zone d’Italia, noi qui non ci agitiamo quando vediamo una divisa, ci tranquillizziamo».

In passato l’aiuto dato da alcuni enti locali ai carabinieri, ad esempio con la messa a disposizione di immobili di proprietà privata, fu al centro di reprimende della Corte dei conti che evidenziò come il finanziamento dell’Arma fosse competenza dello Stato, non di Regioni, Province e Comuni. In questo caso, però, nessun problema assicura il governatore: «Gli aspetti tecnici sono stati valutati e non torniamo indietro, anche se l’ufficio complicazioni affari semplici, sempre aperto in Italia, dovesse avanzare obiezioni». Nel caso di specie, il finanziamento sarà destinato ai proprietari degli immobili (la Provincia a Ponte nelle Alpi, il Comune negli altri tre casi) che agiranno da stazione appaltante «a beneficio» dei carabinieri. L’accordo si è chiuso con la firma del protocollo ed uno scambio di cortesie tra Zaia e Del Sette, che del governatore ha detto: «Mi è stato sempre molto vicino, anche nei momenti di difficoltà». Zaia, come di consueto, ha donato una bandiera del Veneto. Del Sette ha ricambiato con tre libri e la statuetta in bronzo di un ufficiale a cavallo: «Conoscendo la passione del presidente per l’equitazione, penso sia cosa gradita».

di Marco Bonet, da Il Corriere del Veneto