Nasce una “nuova” Fondazione Roi per Ilvo Diamanti: “chiuse alcune vertenze, le altre non dipendono da noi”. Valmarana: “perdita di 25 mln sulle azioni BPVi oltre incognita ex cinema Corso, ora statuto blindato”

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Pubblicato il 19 giugno alle 14.24, aggiornato con video intervista a Ilvo Diamanti alle 21.53 e con video intervista ad Andrea Valmarana alle 22.09. A seguire video integrale della conferenza stampa.
Il presidente, in uscita, della Fondazione Roi, Ilvo Diamanti, non lo nomina mai l’ex presidente Gianni Zonin, al termine del penultimo cda in questo tribolato anno post Banca Popolare di Vicenza: “avremo un altro incontro fra un mese, perché ci sono alcune questioni da precisare, come l’azione di responsabilità nei confronti del mio predecessore. Lo studio legale al quale ci siamo rivolti fornirà le valutazioni che ci aiuteranno a decidere come proseguire. E per ora non sappiamo nemmeno se ci costituiremo parte civile nel processo BPVi. Io personalmente vorrei  andare fino in fondo“.

 

La Fondazione – prosegue Diamanti – non era più Roi, ma legata alle vicende di chi mi aveva preceduto: così, poichè volevamo essere un ente che non aveva nulla da nascondere, abbiamo voluto concludere alcune vertenze legali in corso con alcune persone e testate giornalistiche locali (tra cui VicenzaPiu.com che si è accontentata di una vittoria morale, ndr) anche se c’è chi non ha voluto aderire ma questo non è dipeso da noi”.
Un nuovo corso, per andare oltre il passato, che ha portato ad esempio al sostegno delle mostre in Basilica Palladiana o ad investimenti notevoli sul museo civico: “la città finalmente si è accorta della nostra realtà per ragioni culturali – conclude il professore e sociologo –. In questo anno io ho scoperto un’altra Vicenza” (nell’intervista video in alto il presidente chiarisce questo aspetto, ndr).
Una presenza fondamentale per gli aspetti tecnici-economici è stata quella del vicepresidente Andrea Valmarana (nell’intervista video di seguito maggiori dettagli ndr): “abbiamo concluso il bilancio valorizzando al massimo le risorse, approvato il nuovo statuto e mappato il patrimonio immobiliare, gestendo i 24 edifici su 29 non sfitti. Poi c’è la vicenda dell’ex cinema Corso che è una questione a parte” .
Il bilancio prima gestito per cassa diventa ora bilancio stilato per competenza, così ogni cda si troverà ad avere una situazione chiara potendo gestire le spese conoscendo quelle deliberate in passato. A fronte dei 5 milioni di utile della gestione 2017 in un bilancio da 70 milioni totali non si può non ricordare la perdita di 29 milioni sulle azioni BPVi poi ridotta di circa 4 milioni per la transazione effettuata con la banca quando ancora era in bonis“.
Ma il nuovo statuto, in attesa dell’approvazione della Regione, come sarà?
Blindato – rimarca Valmarana – a due binari: i tre consiglieri della BPVi saranno sostituiti da tre figure di spicco della cultura di Vicenza nominate dal Fai, dalla Diocesi di Vicenza e dall’Accademia Olimpica. Questi tre ne nomineranno un quarto e a questi si aggiunge il direttore dei musei. Abbiamo anche inserito nello statuto che gli enti dei consiglieri nominati non potranno ricevere contributi dalla fondazione. Ed è stato ridotto il numero dei consiglieri“.
In più è prevista la figura di un direttore della Fondazione. Finora non c’era, perché gestiva tutto la banca a guida Zonin…