Cresce l’export vino veneto ma i pesticidi? Ne parla il consigliere della regione Zanoni

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Vendite record per i pesticidi. La Regione anziché distribuire fondi a pioggia per la viticoltura si preoccupi della salute dei cittadini e dell’ambiente. I dati trionfalistici di Veneto Agricoltura sulla crescita dell’export vitivinicolo andrebbero analizzati a 360 gradi; l’incremento della produzione va di pari passo con l’aumento dell’impiego di sostanze chimiche. Nel 2016, secondo quanto emerge dallo studio del Wwf effettuato sui numeri di Arpav, nella nostra regione sono state vendute 16.920 tonnellate di pesticidi, di cui 4.085 nella sola provincia di Treviso – 4,6 chili per abitante contro una media veneta di 3,4 – dove sono stati irrorati 222mila chili di glifosate. Nonostante lo sbandierato aumento delle produzioni bio, in realtà, sta crescendo l’utilizzo dei pesticidi“. È quanto dichiara il Consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni che, commentando le cifre fornite dall’associazione ambientalista, chiama direttamente in causa la Giunta Zaia
Mi chiedo se gli assessorati all’Agricoltura e all’Ambiente parlino con quello alla Sanità: un incremento di sostanze chimiche di sintesi dovrebbe preoccupare e portare a una serie di misure preventive a tutela dei cittadini e del territorio. Possibile che il disastro sanitario-ambientale dei Pfas non ci abbia insegnato nulla?“.

“La somma totale degli erbicidi venduti nel 2016 ammonta a 469.816 chili” – continua l’esponente democratico – “con il famigerato glifosate che rappresenta una buona fetta. Si tratta di sostanze che inquinano le acque e possono avere effetti cronici sulla salute. Il problema principale della Regione, però, sembra essere quello di non disturbare la potentissima lobby mondiale della chimica, lobby che, come nel caso del glifosate, ha vinto anche in Ue ottenendo una proroga dell’utilizzo per altri 5 anni. Il Consorzio Doc l’ha messo al bando per la vendemmia 2018, ma questo non significa che non verranno utilizzati altri erbicidi. La Regione continua a dare contributi a pioggia alla viticultura, spesso a fondo perduto, dimenticandosi delle altre coltivazioni, favorendo l’irrorazione di pesticidi da un lato e la distruzione di boschi e siepi di pianura, in modo da far spazio a nuovi vigneti, dall’altro“.
La provincia di Treviso, secondo quanto riportato da Veneto Agricoltura, è quella con la maggior superficie destinata a vigneto, 38.625 ettari con la produzione di Prosecco che è raddoppiata dal 2010 a oggi. Un incremento che non è ?neutro’: per questo a fine dicembre avevo presentato un emendamento al bilancio chiedendo la realizzazione di uno studio che verificasse gli effetti sulla salute e sull’ambiente dell’impiego massiccio di fitofarmaci nella coltivazione dei vitigni, specialmente di Prosecco. La proposta però è stata bocciata dalla maggioranza, che non sembra avere particolarmente a cuore la questione. Eppure” – conclude Zanoni – “i dati dell’Ispra sull’aumento dei pesticidi nei fiumi e nelle acque – due campioni su tre fra quelli superficiali contengono sostanze inquinanti, contaminata anche una falda sotterranea su tre – dovrebbero far riflettere. E, soprattutto, agire“.