Con Monica “Moki” De Gennaro e Ofelia Malinov un pezzo di Vicenza (e di Coviello) nell?Italia multietnica che batte la Cina e lotterà per l?oro mondiale del volley femminile

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Le meravigliose Azzurre della pallavolo femminile si prendono la finale dei Mondiali abbattendo le campionesse olimpiche della Cina e facendo emozionare gli italiani: una squadra da prendere ad esempio per la tenacia e freddezza che mettono in campo. Un’Italia multietnica (con tanto di polemiche con Matteo Salvini in questi giorni), ma anche con tanta Vicenza: da Ofelia Malinov, arrivata nella città berica quando aveva cinque anni e poi è cresciuta a Bassano, il cui padre è Atanas Malinov, l’ex allenatore bulgaro di Vicenza, e la madre Kamelia Malinova, ex palleggiatrice sempre delle biancorosse.

Ma soprattutto c’è anche la sempiterna Monica “Moki” De Gennaro (foto), con le sue difese straordinarie, ?scoperta? da l’ex presidente della Minetti Giovanni Coviello.

?Che l?Italia della pallavolo femminile – racconta Coviello – dopo il mondiale vinto ben 16 anni fa in Germania nel 2002, sia di nuovo in finale mondiale non può che far piacere a un appassionato ed ex presidente della squadra di Vicenza che con me militò in serie A conquistando anche trofei nazionali e europei. Che, poi, ci giochi da titolare Monica De Gennaro, che portai nel 2012 da Sorrento a Vicenza quando aveva solo 14 anni (è nata l?8 gennaio del 1987) da poco compiuti e che con la allora Minetti, dopo vari scudetti giovanili, arrivò da libero in serie A1 e alle prime convocazioni azzurre, mi rende particolarmente felice?.

?Tanto più che nel 2002 ? aggiunge – nella squadra che conquistò l?unico per ora, e speriamo solo per ora, trionfo mondiale del volley rosa tricolore, militavano tra le sue 12 giocatrici ben tre campionesse della squadra della città reduce dalla conquista della Coppa Cev. Penso che Paola Paggi, Elisa Togut e Darina Mifkoca ora si stringeranno con me e con tutti i tifosi biancorossi introno alla nostra Monica ?Moki? De Gennaro perché, piccolina come è, ma grande atleta come ha saputo dimostrare di essere, arrivi sul podo più alto: quello iridato. Io non l?ho mai dimenticata, anche se non so se lei si? ricorda di me!

E della giovane Ofelia Malinov che con la sua regia ha giostrato la squadra verso le vette mondiali che ricordo ha?

?Il primo anno di A1 nel 1998 durante la fase di preparazione atletica pre campionato il padre dirigeva l?allenamento, la mamma tirava sempre il gruppo e Lia assisteva tutti i giorni alle sedute e imitava spesso le giocatrici. La palleggiatrice Miriam Dalla Bona, che nel tempo Atanas trasformò in libero e sostituì con Kamelia allora schiacciatrice col n. 5 che oggi ha Ofelia, era la più lenta del gruppo per conformazione fisica per cui rimaneva in fondo alla fila durante le sessioni di corsa al Perraro. Lia un giorno vedendo che tutte le altre si erano fermate cominciò a rincorrere Miriam, non sapendo che doveva completare i suoi giri di pista, urlandole: ?fermati, fermati, Le altre si sono fermate…?. Lei era serissima mentre tutti e tutte, Miriam inclusa, scoppiarono a ridere?.