Cave, dopo la legge approvato il piano del Veneto. Tutte le reazioni

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Cave, dopo la legge oggi approvato il piano. Bottacin: “momento storico per la tutela del territorio”

A pochi giorni di distanza dall’approvazione della nuova legge sulle cave, rinnovata a trentasei anni dalla precedente, oggi, 20 marzo, è stato approvato anche il Piano collegato alle attività estrattive. “Voglio ringraziare tutto il Consiglio – ha esordito l’assessore alla Difesa del Suolo Gianpaolo Bottacin – per il grande lavoro svolto in aula ma anche e soprattutto per mesi in Commissione.


E’grazie a questo lavoro certosino che, pur mantenendo nella sostanza legge e piano come già indicati nel disegno formulato dalla Giunta, si è arrivati a una proposta che, anche se con dei distinguo, credo soddisfi la gran parte delle forze rappresentate in quest’aula e soprattutto i portatori di interesse, intendendo per tali i territori e i cittadini coinvolti dal piano, che attendevano da tempo una nuova legislazione in materia”.
“Quello che a me più premeva – ha aggiunto – era infatti la tutela del territorio. Posso ora certamente dire con soddisfazione che in questo senso abbiamo pienamente centrato l’obiettivo, a iniziare dalla riduzione del consumo del suolo. In tal senso mi piace ricordare come la gran parte del fabbisogno dei prossimi dieci anni, quantificato in 80 milioni di metri cubi, sarà il frutto di demolizioni, opere pubbliche e estrazioni già autorizzate, mentre solo una minima parte, consistente in un quantitativo massimo di 12,5 milioni di metri cubi sarà frutto di nuove estrazioni”.
L’avevo detto in occasione dell’approvazione della legge nei giorni scorsi, e lo ribadisco oggi – ha ulteriormente specificato Bottacin -, proprio alla luce di questi numeri possiamo certamente dire che l’aspetto più importante è quello del NO a nuove cave. Con questo piano abbiamo infatti certificato che ci saranno autorizzazioni solo per ampliamenti di cave esistenti e nemmeno per quelle esistenti, salvo le eccezioni di Verona e Vicenza, relativamente a sabbia e ghiaia. Abbiamo inoltre volutamente specificare che non si si potrà scavare sottofalda e nemmeno si potranno destinare siti di cava a discariche. Ogni autorizzazione inoltre potrà essere prorogata solo una volta”.
“A ulteriore tutela del territorio – ha concluso l’assessore – abbiamo stabilito che le cave esaurite potranno essere utilizzate come bacini di laminazione per incrementare la sicurezza idraulica o come bacini di accumulo per l’irrigazione e abbiamo altresì introdotto il concetto del ristoro per il comune in cui insiste la cava e anche per i comuni limitrofi”.

 

Cave – Conte (Veneto per l’Autonomia): “Siamo favorevoli all’approvazione del Piano regionale delle attività di cava”
“Nel ringraziare tutti gli attori protagonisti di questo storico documento che passa sotto la sigla ?P.R.A.C.’, il Piano regionale delle attività di cava, è doveroso sottolineare il fatto che, finalmente, questa Regione volta pagina rispetto alla vecchia legge regionale n. 44”. Sono le parole del Capogruppo di Veneto per l’Autonomia Maurizio Conte che sul tema oggi in discussione in Aula aggiunge: “Ritengo che questa sia la prima pagina di un nuovo libro che avrà una grande valenza ambientale ed una forte attenzione alle attività dell’intero settore. Inizia un percorso di regole certe, uguali per tutti, grandi o piccoli che siano, ricordando le molte ferite in alcune aree del Veneto che in alcuni casi hanno visto queste aree trasformarsi in discariche”. “Dal nostro lavoro del 2013 – ricorda Conte – si sono gettate le basi per un nuovo concetto di piano approvato poi in VAS e ripreso in questo documento definitivo; dobbiamo anche ricordare che la Pedemontana ha immesso sul mercato notevoli quantità di materiali di cava, acutizzando la crisi non indifferente del settore. Questo nuovo piano è attento alle richieste territoriali, guardando all’autosufficienza provinciale con una pianificazione strategica per garantire il materiale necessario con il minimo impatto, dovuto in particolare ai flussi di trasporto. Si guarderà quindi con attenzione al recupero dei siti già compromessi riducendone l’impatto ambientale e ribadendo un fermo no a nuove cave”. “Altrettanto fondamentale, oltre alla conservazione del suolo, a livello ambientale – conclude Conte – sarà l’attenzione alla tutela del bene acqua vietando l’escavazione in falda”. 

 

Ciambetti : “Grazie al lavoro di tutti i consiglieri e gruppi Consiglio regionale del Veneto riesce a varare leggi e piani attesi da oltre 30anni come con il Piano cave approvato quest’oggi”
Approvato il Piano Regionale delle Cave della Regione del veneto atteso da 36 anni. “Si tratta di un momento importante – ha dichiarato il Presidente del Consiglio, Roberto Ciambetti – Questa approvazione dimostra l’estrema capacità da parte del Consiglio di affrontare temi anche difficili con un livello di produttività che non ha pari con le precedenti legislature. Ciò va a merito di tutti i gruppi e di tutti i consiglieri che con il loro lavoro sia nelle Commissioni sia in aula stanno dando al veneto un ordinamento moderno, adeguato alle esigenze della società. Grazie al lavoro di tutti i consiglieri si riesce a dare alla nostra Regione, ai cittadini e alle imprese un quadro normativo atteso da decenni, come è accaduto con la legge sulle cave e con il piano approvato quest’oggi”.

 

Cave – Gruppo M5S: “Astensione sul Piano regionale dell’attività di cava, approvato oggi a palazzo Ferro

“Abbiamo deciso di astenerci in sede di votazione del Prac – conferma il Consigliere regionale Manuel Brusco, che in commissione ha seguito la redazione del piano – nell’ultima seduta del Consiglio abbiamo votato contro la legge portata in aula da questa maggioranza, e ribadiamo con decisione questa nostra scelta, ma abbiamo sempre sostenuto la necessità di avere una normativa di riferimento per una situazione che si trascinava da quasi 40 anni. Questo vuoto normativo stava creando disastri e danni tangibili in tutta la regione, che sono sotto gli occhi di tutti”.
“Ora la normativa c’è, anche se la riteniamo incompleta e debole in alcune sue parti – aggiunge il Consigliere – e sarebbe una mera posizione ideologica votare contro anche rispetto al piano. Si poteva e si doveva fare molto meglio in questo frangente, ma almeno un piano c’è”.
“Abbiamo proposto emendamenti al piano che sono stati accettati – ricorda infine Brusco – e siamo riusciti a far introdurre una norma che prevede verifiche biennali sul piano, che ci permetteranno di riscontrare la sua attuazione in modo chiaro e preciso. Non si tratta di un dettaglio, ma di un accorgimento fondamentale”. 

 

Cave – Guarda (AMP), Fracasso e Zanoni (PD): “Il Piano cave ignora l’inquinamento da Pfas: sbagliato prevedere estrazioni nelle zone contaminate”.
“La Regione ha approvato un Piano regionale sulle attività di cava che prevede estrazioni anche nelle zone contaminate da Pfas. Non è certo un passo in avanti per le politiche ambientali del Veneto”. È quanto affermano in una nota congiunta la Consigliera della Lista AMP Cristina Guarda, il Capogruppo del Partito Democratico Stefano Fracasso e il collega dem Andrea Zanoni, correlatore del Progetto di legge sulle attività di cava e promotore anche dell’emendamento sul tema Pfas, auspicato, fra gli altri, dai Comuni di Trissino e Arzignano, ma bocciato dalla maggioranza in Consiglio. “Il Prac dovrebbe sviscerare problemi e aspetti ambientali veneti connessi all’attività di cava ma così è un incompiuto. Si basa su una Vas (Valutazione ambientale-strategica) relativa al 2011-2014 e non tiene conto della questione Pfas, che all’epoca era sottovalutata dalla Regione. È una scelta incomprensibile, poiché nel 2017 è stato fatto uno screening per verificare se era necessario aggiornare o meno la Valutazione Ambientale. La scelta è ricaduta sulla seconda ipotesi e secondo noi è un errore. Non riteniamo affatto opportuno che venga banalizzato il rapporto fra scavi e inquinamento da Pfas, a causa di un piano aggiornato a quattro anni fa e ai timori di dover precludere l’opportunità di escavazioni anche a quei territori colpiti da altri fenomeni di inquinamento: il divieto di scavi sottofalda è positivo ma non è una garanzia”.
“Sono decisioni sbagliate e anche poco comprensibili – concludono i Consiglieri – sia quella di consentire l’estrazione che l’esportazione di ghiaia dalla zona contaminata. Questa grave mancanza di attenzione, infatti, cozza con il percorso della Giunta regionale che dopo aver a lungo minimizzato il problema Pfas, almeno fino a metà 2016, e le ripercussioni sanitarie, oggi, in seguito alle numerose sollecitazioni da parte dell’opposizione, chiede lo stato di emergenza”. 

 

Cave – Fracasso (PD): “Piano cave, voto contrario del PD. Serviva un maggior sistema di tutele, dovevamo essere più incisivi su vigilanza e ricomposizione”
“Un Piano, soprattutto se atteso da 36 anni, è sempre meglio di un non-Piano perché abbiamo visto in questo vuoto normativo le ferite inferte al territorio. Va dunque dato merito al Consiglio di averlo approvato, però non siamo soddisfatti del contenuto e quindi il nostro voto è contrario”. Ad affermarlo è il Capogruppo del Partito Democratico Stefano Fracasso motivando il no dem al Piano regionale delle attività di cava.
“Le aziende, chi opera in questo settore, avevano bisogno di un quadro normativo più definito. Tuttavia se il trend, sia demografico che economico, è questo e se la prospettiva è quella di una crescita sostenuta dei materiali riciclati, ancora non ci siamo. Pur riconoscendo che alcuni emendamenti sono stati accolti, siamo convinti che all’interno di questo piano avrebbe dovuto trovar posto un maggior sistema di tutele per l’ambiente e il territorio. Questo però è già il passato, per il futuro c’è una grande responsabilità per le imprese di settore, che non hanno più alibi. La politica ha fatto il suo mestiere. Per quanto riguarda la gestione del Piano – ha aggiunto Fracasso – ci sono strumenti flessibili ma restano aperti i temi del monitoraggio da un lato e dall’altro della vigilanza, dove non siamo andati fino in fondo, poiché resta aperto il ruolo della Polizia provinciale. L’altro tema su cui era necessario intervenire più incisivamente è quello delle ricomposizioni, che rappresentano l’ultimo tassello, fondamentale per far funzionare il tutto. Né la legge della scorsa settimana né il Piano, secondo noi sono sufficienti, visto quanto accaduto in passato”.